Dal sorteggio «felice» dei quarti alla pesca «grandiosa » in semifinale. L’urna che aveva detto Barcellona stavolta regala il Liverpool alla Roma, combinando il Bayern Monaco col Real Madrid in una grande classica del calcio europeo, e mentre i tifosi giallorossi gridano vendetta per la finale di Coppa dei Campioni persa ai rigori nel 1984 il presidente Pallotta guarda oltre i ricordi e professa ottimismo: «Il derby di Boston, mi piace, è grandioso. Se giochiamo come contro Messi possiamo vincere. Per me non c’è rivincita, apparteniamo ad un’altra generazione, ma non vediamo l’ora di giocare due partite bellissime».
La sfida nella sfida è made in Usa: a capo dei Reds c’è la Fenway Sports Group di cui fa parte John W. Henry, proprietario anche della squadra di baseball statunitense dei Boston Red Sox, e che ha coinvolto persino l’azionista di lusso LeBron James. I primi 90 minuti si disputeranno martedì 24 aprile ad Anfield, ritorno all’Olimpico mercoledì 2 maggio. «Preferisco – ha sottolineato il diesse Monchi – la seconda partita in casa. Sembra l’opportunità perfetta per trovare la felicità che 34 anni fa non si è portata a Roma. Ma sarà difficile, affrontiamo una squadra fortissima che ha fatto fuori il Manchester City». Il club inglese è l’unico ancora imbattuto in questa Champions, arrivati a questo punto, però, non ci si può astenere dall’ambizione più grande: «Nessuno deve smettere di sognare, abbiamo fiducia per la finale».
Col direttore sportivo a Nyon c’erano Gandini e Baldissoni (Totti ha dato forfait causa influenza), che ha anteposto il cuore alla ragione nei commenti a caldo: «La finale dell’’84 è stata forse la mia prima grande delusione da tifoso, ma quello è stato il momento sportivo più alto nella storia della Roma. Vogliamo provare a tornare ai quei livelli e magari anche più avanti». La ferita sanguina ancora, i 5 precedenti ufficiali con i Reds non consolano: solo una volta hanno avuto la meglio i giallorossi, per 1-0 nel ritorno degli ottavi di Coppa Uefa del 2000-01, e non bastò per passare il turno. C’era Di Francesco quel giorno, in panchina allora da calciatore e oggi pronto a scommettere sulla sua squadra: «Sono sicuro che nei cuori di tutti i romanisti c’era questa partita. Sincronizziamo – la richiesta dell’allenatore, che si è aggiudicato il premio Bearzot battendo Inzaghi – ancora i nostri battiti con i loro e affrontiamo la semifinale con la grinta e l’orgoglio che ci hanno portato fin qui».
In 6 mila hanno già comprato il biglietto (la vendita libera comincerà mercoledì) e si preannuncia un altro sold out, mentre lo spicchio per gli ospiti ad Anfield sarà da 2.500 posti. De Rossi nota le similitudini con Liverpool che «sta facendo un exploit come il nostro, ha battuto quella che pensavo fosse la favorita. Siamo preoccupati il giusto. Il loro allenatore mi fa impazzire». La mano di Klopp è lampante: «Se qualcuno – dice il tedesco – pensa che ci sia andata bene, non mi trova d’accordo. Non mi sono messo a pensare “grazie Dio abbiamo evitato Real e Bayern”, in ogni caso avremmo avuto della chance di passare, e ora ce le giocheremo».