Per Antonio De Falchi migliaia di sciarpe e immortali canti, riadattando un detto della tradizione popolare. Questa sera, come annunciato con un volantino diffusosi rapidamente tra la tifoseria, la Curva Sud omaggerà ancora una volta la memoria del tifoso ucciso il 4 giugno del 1989 nei pressi di San Siro. A distanza di quasi trent’anni, quindi, i romanisti sono pronti a stringersi ancora una volta intorno alla famiglia De Falchi, dimostrando quanto certi ricordi siano capaci di sconfiggere il tempo e rimanere intatti. Migliaia di sciarpe pronte ad essere tese durante l’inno, per dar vita ad un abbraccio capace di arrivare fino ai gradoni degli spalti più alti. Quelli che, dall’alto della Curva Paradiso, vedono Antonio tifare insieme a chi, con la Roma nel cuore, ha abbandonato anzitempo familiari, amici, la Curva.
Quella Sud che, a più riprese o ancor meglio in ogni incontro con i rossoneri ma non solo, ha manifestato la volontà di non dimenticare un ragazzo come loro. «Antonio è morto per quella maglia, onoratela», lo striscione esposto allo stadio Flaminio nel febbraio del 1990 a poco meno di un anno di distanza dai fatti di Milano. Una ferita aperta nel cuore pulsante della tifoseria, come quel cuore giallorosso dipinto sul cemento di una Torre Maura che ha pianto un suo figlio partito per la Roma e caduto per la sua romanità.
Dieci anni dopo, nel rinnovato Olimpico post Italia 90, il ricordo prese la forma di un lungo striscione firmato AS Roma Ultras. «4-6-89: nulla sarà mai dimenticato… Antonio con noi!». Nel marzo del 2007, sempre contro il Milan, è la volta dello striscione «De Falchi presente», cui fanno seguito i tre esposti nel marzo del 2010: «Antonio De Falchi uno di noi», «Il significato del ricordo, il peso della memoria… De Falchi presente» e «Noi non dimentichiamo, Antonio vive!». (…)
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