La prima volta che si affacciò a Trigoria fu nel 1998, quando l’allora presidente Franco Sensi individuò in lui uno degli uomini nuovi del calcio di allora. Prima consulente esterno, poi di mercato, infine direttore sportivo. Quello fu il primo atto della storia che lega da allora Franco Baldini alla Roma. Già, perché 22 anni dopo Baldini sta di fatto per inaugurare il quarto capitolo del suo romanzo giallorosso. Quello che in estate lo vedrà protagonista nelle mosse di mercato (in entrata, ma soprattutto in uscita) per provare a dare una mano al club nel risanare i conti. Come? Tramite le famose plusvalenze e l’abbattimento del costo del lavoro, che poi sostanzialmente vuol dire la cessione di quei giocatori considerati in esubero. Con la pista Friedkin che ancora non si è concretizzata, Pallotta ha chiesto all’amico Franco Baldini di tornare ad essere operativo. Stavolta, però, sembra solo come consulente esterno per le operazioni di mercato.
Il primo Baldini giallorosso, insomma, fu proprio quello del 1998. Sette anni di rapporto, tra alti e bassi. A tratti amore (anche con la piazza), poi anche alcune frizioni. Di certo, in mezzo, c’è uno scudetto storico, il terzo della Roma, che Baldini visse da protagonista al fianco di Fabio Capello, l’uomo con cui poi condivise le esperienze alla guida del Real Madrid e della Nazionale inglese. Da dirigente Baldini portò alla Roma giocatori come Emerson, Mexes, Paulo Sergio, Samuel, Batistuta e Chivu, poi nel 2005 lasciò Trigoria. Dove si riaffacciò nell’estate 2011, con la proprietà americana che gli aveva messo in mano il progetto di rinascita giallorossa. Lui, Sabatini e Fenucci, il triumvirato alla guida della Roma made in Usa.
Due anni da direttore generale, con la scelta di Luis Enrique che doveva spazzare via il passato e un rapporto con Francesco Totti partito subito in salita (”Deve liberarsi della sua pigrizia e di chi sfrutta il suo nome”). Quindi l’avventura al Tottenham e il ritorno, nel 2016, come consulente esterno. “Un consulente di Pallotta, che non ha alcun ruolo nella governance della Roma”, ha spiegato nel 2019 il nuovo Ceo Guido Fienga. Prima, però, nei tre anni precedenti Baldini aveva pesato eccome. Anche nelle scelte. Come quella, ad esempio, di virare su Luciano Spalletti dopo l’addio a Rudi Garcia. “La Roma ha tre centri di potere: uno a Roma, uno a Boston e uno a Londra. Va trovata una sintesi”, disse l’ex d.s. Sabatini. Quello di Londra, ovviamente, era legato proprio a Baldini.
Adesso sta per partire la quarta era del rapporto che lega la Roma a Franco Baldini. A lui si chiederà, appunto, di trovare strade e spazi insperati sul mercato. Soprattutto quello inglese, che lui conosce a memoria. Ma anche su quello spagnolo o francese. Baldini ha una rete di rapporti e conoscenza fittissime, che negli anni gli hanno anche permesso di conquistare la fiducia dello stesso Pallotta. Insieme alla sua professionalità ed al suo gusto per l’estetica del mondo. Già, quello stesso mondo in giro per il quale c’è da piazzare gente come Pastore, Fazio, Jesus, Florenzi, Schick, Gonalons e Karsdorp. Slo per citare i nomi principali.
Ma in Premier la Roma sta seguendo anche tanti giocatori (Pedro, Kean, Lovren, Vertonghen, Angel Gomes) e su tutti il parere di Baldini sarà importante. La verità è che il rapporto tra la Roma e Baldini non si è mai interrotto davvero, negli anni è solo cambiato. Con alti e bassi, come in tutte le storie d’amore. Di certo, a conti fatti, c’è che Baldini è ancora lì. Ed avrà ancora il suo peso. E nella Roma sperano che sia anche un peso importante, ovviamente.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese