Iuliu Muresan
presidente del Cluj, che negli anni passati ha affrontato più di una volta la Roma, ha parlato del ritiro di Totti e del suo rapporto con l’ex società.
Cosa ricorda della vostra prima trasferta all’Olimpico? “La prima volta che andammo in trasferta a Roma per l’esordio in Champions, l’intero club si recò in visita a Città del Vaticano. Culio, argentino cristiano e cattolico, scoprì che molti fedeli si mettevano in fila per baciare la statua di San Pietro e decise di voler fare lo stesso. In privato mi confessò di aver chiesto oltre al benessere della sua famiglia anche di poter segnare due gol contro i giallorossi. Inizialmente ero scettico, resto ancora oggi un grande estimatore delle sue qualità ma sono abbastanza sicuro che non avesse mai segnato una doppietta prima di quella partita né che ci sia riuscito da quel giorno in poi. Per la partita alloggiammo in un hotel in zona Parioli, dove c’era un bar gestito da un accanito tifoso biancoceleste che quando scoprì chi eravamo promise a me ed a tutta la squadra di non farci più pagare in caso avessimo battuto gli acerrimi rivali. Inutile dire che dopo la nostra vittoria mantenne la parola data e venne fino alle nostre stanze per offrirci quante più consumazioni possibile”.
Cosa ne pensa di Totti? “Praticamente tutta la fase difensiva organizzata da Trombetta era impostata per provare quanto possibile a renderlo inoffensivo. A fine partita mi colpì molto la sua modestia: avevano appena perso una gara d’esordio fondamentale per il passaggio del turno ma venne comunque a farmi i suoi complimenti. Il giorno del suo ritiro ho seguito con grande passione la cerimonia che gli hanno dedicato, non nascondo di essere scoppiato in lacrime di fronte ad una scena così toccante”.
Che rapporto avete con la famiglia Sensi? “Quando ci fu la gara di andata a Roma nel 2008, Franco era venuto a mancare da poche settimane e avemmo modo di parlare anche di questo quando conobbi la figlia e la moglie, entrando tanto in buoni rapporti da spingere quest’ultima a chiamarmi un mese prima della gara di ritorno per chiedermi se avessi mai provato la coda alla vaccinara. Quando venne qui a Cluj non solo fui insignito del Trofeo Maestrelli, che ho scoperto poi essere una grandissima onorificenza e che tengo ancora esposto nel mio studio, ma la signora Sensi decise di andare personalmente in cucina durante la cena di rito prevista dall’Uefa e cucinarmi il piatto tradizionale romano”.