Gli ha già telefonato. Qualcuno giura l’abbia addirittura incontrato, per spiegargli la sua idea di futuro da applicare alla Roma. Di sicuro Monchi stima Spalletti, ricambiato, e gli ha assicurato che sarebbe felice di lavorare con lui. Ma se Spalletti ha forse deciso di andarsene, Monchi ha certamente deciso di arrivare. E nel confronto quasi quotidiano con Franco Baldini saprebbe scegliere con calma anche un altro allenatore. Per il momento la Roma è ancora nella fase delle consultazioni. Sia perché ancora non sa se Spalletti possa convincersi a rimanere, sia perché vuole capire come si sviluppano gli incastri sulle altre panchine in Italia e in Europa. E’ noto il feeling tra Monchi ed Emery, dopo il fruttuoso sodalizio di Siviglia, ma anche tra Baldini ed Emery, che si sono sfiorati nell’estate 2012. Solo che Emery non è stato disarcionato dal Psg: se riuscisse a vincere il campionato francese anzi sarebbe confermato, onorando il contratto da 3,9 milioni netti che scade nel 2018.
CASTING – Ma non si vive di solo Emery, eventualmente. Nel casting romanista hanno già trovato collocazione parecchi professionisti italiani, da Roberto Mancini a Vincenzo Montella, da Gian Piero Gasperini a Eusebio Di Francesco. Persino Cesare Prandelli, che proprio Baldini aveva portato a Roma nel 2004 prima che una tragedia personale obbligasse l’allenatore a dimettersi nel precampionato, ha lanciato segnali. Ma Pallotta tiene aperte altre strade, sapendo che Baldini ha in testa obiettivi ambiziosi. Non è un mistero che abbia parlato recentemente con Luis Enrique, però orientato verso un anno sabbatico, e con Antonio Conte, che rimarrà al Chelsea. A Trigoria vorrebbero tutti Maurizio Sarri, impossibile come sopra visto che il Napoli non lo libererebbe mai, tanto meno per la Roma. Eppure forse il nome buono non è ancora uscito. «E potrebbe lasciare tutti a bocca aperta» sussurrano gli interessati.