Va bene, la fase difensiva del Sassuolo non è stata irreprensibile e in un certo momento della partita le cose hanno rischiato pure di complicarsi; certo, il Parma ha un po’ facilitato il compito perché s’è solo difeso e poi Olsen nel primo tempo ha salvato il risultato; ok, la Virtus Entella è una squadra di serie C e poi prima del 2-0 si è addirittura rischiata la brutta figura del pareggio; e poi, siamo d’accordo, il Torino all’inizio s’è presentato troppo dimesso e quando poi ha cominciato a giocare in fondo aveva pareggiato e nel finale Belotti ha avuto la palla del 3-3. Va bene, certo, ok, siamo d’accordo, non sono stati impegni irresistibili. Ma oggi no, però. Viene in mente Verdone. «Vabbè, ma sul colore non je poi di’ niente». E parafrasando, «Vabbé ma se vinci a Bergamo non je poi di’ niente». Sarebbe questo l’effetto di un’eventuale quinta vittoria consecutiva. Perché sul colore di una vittoria così nessuno potrebbe davvero dir niente. Il quinto indizio sarebbe una prova.
Vista da destra e vista da sinistra, la stagione della Roma si presta a speculari interpretazioni: i “cattivisti”, restano convinti che la società abbia smontato una squadra quasi vincente e in più Di Francesco sia scarso, e quindi i patimenti della prima parte della stagione sono solo la logica conclusione di una strategia sbagliata, e i buoni risultati dell’ultimo periodo solo un fuoco di paglia che presto sarà spento dall’acqua (fredda) di nuove sventure; i “buonisti” hanno condiviso invece la logica delle cessioni, giustificano ogni errore commesso con la teoria dell’adattamento necessario, ritengono che Di Francesco abbia lavorato al meglio e che d’ora in poi sarà una cavalcata trionfale. (…)
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