Uno dei migliori attaccanti della storia della Roma e membro della Hall of Fame del Club oggi compie 57 anni. 198 presenze con la maglia giallorossa e 68 gol, di cui 45 in Serie A. Questo e tanto altro è Rudi Voeller. Andiamo a ripercorrere, attraverso il suo profilo, le fasi più importanti della sua carriera.
Nel 1986 la Germania sulla strada della semifinale mondiale faticò molto per avere ragione del Messico, piegato solo ai calci di rigore. Diego Armando Maradona sollecitato sulla questione osservò: “I tedeschi hanno accusato l’assenza di Voeller”.
La popolarità di Rudi in quei giorni era così grande che il suo paese natale, Hanau, chiese ed ottenne il permesso di stampare francobolli con la figura del centravanti per risanare il proprio bilancio comunale. E proprio ad Hanau, ad otto anni, Voeller aveva iniziato a giocare al calcio nella squadra messa in piedi dal padre. Il primo contratto da professionista arriva quando il ragazzo ha 17 anni. A tesserarlo è il Kickers Offenbach che si trova a far crescere un calciatore che pesa solo 65 Kg e che i compagni di squadra ribattezzano “grissino”. Rudi, insomma, non è un corazziere ma brucia gli avversari con uno scatto irresistibile. Nell’estate del 1980 passa al Monaco 1860 che vive una stagione assai complicata che termina con la retrocessione. Nel campionato successivo però, Voeller esplode e sigla 37 reti, con le quali riporta la squadra, trionfalmente, nella massima serie.
Nel giorno del suo compleanno, ecco ? cose che forse non sapevate su #Voeller
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— AS Roma (@OfficialASRoma) 13 aprile 2017
Il suo nome è ormai sui taccuini dei club di mezza Europa, passa al Werder Brema dove vince (con 23 reti) un titolo di capocannoniere della Bundesliga. La serie A italiana inizia il suo canto delle sirene. Il Torino e la Fiorentina provano a tesserarlo, ma l’assalto più deciso è quello del Milan. Liedholm è convinto che il tedesco sia il centravanti adatto alla rifondazione rossonera e cerca di convincerlo al grande salto. Schnellinger viene spedito a tessere la tela della trattativa, ma quando tutto sembra fatto, Rudi decide che non se la sente ancora di lasciare il suo paese. Negli anni che lo separano dal mondiale messicano subisce due gravi infortuni: uno alla capsula legamentosa e l’altro agli adduttori della coscia destra. Recupera appena in tempo per disputare il suo primo mondiale. E’ incerottato, ma nonostante questo segna tre gol pesantissimi che fanno sfiorare il titolo alla Germania. Nel 1987 è ancora una volta sul punto di cambiare squadra. Lo cerca insistentemente il Bayern ma lui con onestà dichiara che per ragioni di rivalità sportiva può giocare con qualsiasi squadra al mondo ma non con i bavaresi. Il 7 giugno 1987 sbarca a Fiumicino, la Roma di Dino Viola è riuscita ad assicurarselo. Dopo un inizio difficile, legato ancora a guai fisici, il “Tedesco volante”, diviene il trascinatore della squadra. Un campionissimo in grado di fare reparto da solo e di accompagnare la squadra a una finale di Coppa UEFA e alla vittoria in Coppa Italia, mentre con la Nazionale tedesca vince, proprio a Roma, il Campionato del Mondo. Nel 1992 l’addio, per un campionissimo tutt’altro che finito. Prima di appendere gli scarpini al chiodo, il 26 maggio 1993, vince la Coppa dei Campioni. Rudi… Das meister!
La Roma fa sempre parte della mia vita, tanto che in Germania dico sempre di essere mezzo romano, più che mezzo italiano. I cinque anni in giallorosso non li dimenticherò mai, abbiamo vinto una Coppa Italia e in quello stadio, il mio stadio Olimpico, sono diventato campione del Mondo. La Roma e la città di Roma per me avranno sempre un posto speciale.
Rudi Voeller
Per festeggiare il compleanno di Rudi Voeller, che spegne oggi 57 candeline, vi presentiamo
10 curiosità sull’attaccante tedesco che probabilmente non conoscevate.
Nonostante sia nato nella città tedesca di Hanau e abbia vestito la maglia di quattro squadre del suo paese, è la Roma la squadra con Rudi Voeller ha disputato più gare di campionato nel corso della sua prestigiosa carriera professionistica.
Rudi Voeller arriva alla Roma dal Werder Brema nel 1987 e lascia la squadra giallorossa cinque anni più tardi, dopo aver conquistato i tifosi romanisti e dopo aver aiutato la squadra a vincere la Coppa Italia nel 1991.
Voeller ritorna alla Roma da allenatore per un breve periodo, nel 2004, prima di raggiungere un’altra delle sue ex squadre, il Bayer Leverkusen, dove ricopre attualmente il ruolo di direttore sportivo.
Ecco 10 curiosità su Rudi Voeller che probabilmente non conoscevate:
1. In Germania il soprannome di Voeller è Tante Kathe (“Zia Kathy”) affibbiatogli dal compagno di nazionale Thomas Berthold che, come Rudi, proveniva dalla zona di Francoforte, dove le vecchie signore che erano solite portare i capelli grigi acconciati in una permanente venivano chiamate dai bambini “Zia Kathy”. Quando gli inconfondibili capelli di Voeller hanno cominciato a ingrigirsi, Berthold gli ha dato questo soprannome, che ha avuto subito moltissimo successo, soprattutto quando è arrivato alle orecchie dei giornalisti tedeschi.
2. Voeller non sarebbe mai dovuto diventare l’allenatore della nazionale tedesca. Nel 2000, la Federazione voleva infatti nominare il tecnico del Bayer Leverkusen Cristoph Daum, che però era ancora legato al club da un altro anno di contratto. Voeller, all’epoca direttore sportivo a Leverkusen, ricevette quindi l’incarico in quanto conoscitore del sistema di Daum, cosa che gli avrebbe consentito di iniziare a metterlo in pratica mentre il primo portava a termine i suoi compiti come allenatore del Bayer. Com’è noto, Daum non guiderà mai la nazionale tedesca a causa di problemi con la droga e Voeller finì quindi per rimanere sulla panchina della selezione teutonica, con la quale raggiunse la finale della Coppa del Mondo del 2002.
3. Voller è una delle tre persone – assieme a Mario Zagallo e a Franz Beckenbauer – ad aver raggiunto la finale di un Mondiale sia da giocatore (nel 1986 e nel 1990) che da allenatore.
4. Con la maglia della Roma, Voeller ha collezionato 143 presenze in campionato, segnando 45 gol.
5. In totale, Voeller ha vestito la maglia giallorossa in 198 occasioni, realizzando 68 reti, abbastanza da classificarsi tredicesimo nella classifica dei giocatori romanisti più prolifici di sempre. È inoltre il secondo miglior realizzatore straniero del club dopo Abel Balbo.
6. Nel 1990, Voeller ha sollevato la Coppa del Mondo al cielo dello Stadio Olimpico – affermando più tardi “era come un sogno diventato realtà” riferendosi alla vittoria del Mondiale nello stadio che già lo vedeva protagonista con la maglia giallorossa.
7. Voeller vive un’altra esperienza indimenticabile 15 anni più tardi quando, assieme agli altri membri del comitato organizzatore dei Mondiali tedeschi del 2006, si reca in udienza dal Papa, che dà la sua benedizione all’imminente torneo.
8. Voeller è stato introdotto nella Hall of Fame della Roma nel 2014, sebbene al suo arrivo in giallorosso il suo futuro in Italia sembrasse tutt’altro che promettente. Alla sua prima stagione con la Roma gli infortuni lo tormentano e Voeller realizza solamente tre reti, a cui se ne aggiunge soltanto un’altra prima della pausa natalizia del suo secondo anno nella Capitale. Ma Voeller non si arrende e la sua etica del lavoro comincia presto a dare i suoi frutti – al punto che la Curva Sud inizia a intonare il coro (“vola, tedesco, vola!”) a riconoscimento degli sforzi del “Tedesco volante”.
9. Voeller è forse più famoso per un altro episodio occorso durante la Coppa del Mondo del 1990, quando il tedesco si vede vittima di uno sputo da parte dell’olandese Frank Rijkaard durante gli ottavi di finale del torneo. Nonostante il suo ruolo nel susseguente alterco sia stato limitato, Voeller viene anch’egli espulso ma mostrando, in seguito, una grandissima propensione al perdono, quando partecipa qualche mese più tardi a una campagna pubblicitaria di una marca di burro olandese (il cui slogan era: Everything better in butter (tutto è meglio nel burro)) per seppellire definitivamente l’ascia di guerra.
10. Voeller è nato ad Hanau, vicino a Francoforte, e il complesso sportivo della città è stato rinominato in suo onore all’inizio del nuovo millennio. Voeller è infatti uno degli sportivi più noti e rispettati della città. Gli altri figli famosi? I fratelli Grimm.