Domenica alle 18.30 apriranno i cancelli dello Stadio Olimpico per la cerimonia della Hall of Fame. Il direttore generale giallorosso Mauro Baldissoni commenta così l’iniziativa: “E’ un’iniziativa che abbiamo introdotto alcuni anni fa e di cui siamo molto orgogliosi – le parole del dg – La riteniamo essenziale per riannodare un legame con la storia di questa società. La storia, come sapete, è scritta dai protagonisti, per cui è giusto celebrare loro. L’identità della Roma passa attraverso i protagonisti che hanno calcato i campi, non tutti ad esempio sanno che la Roma detiene un record particolare, ovvero quello di avere, in più edizioni, ben otto, un proprio rappresentate in grado di vincere un Mondiale, come nessun altra squadra magari più titolata della Roma”.
“L’aver coinvolto di nuovo i protagonisti anche nell’attività quotidiana è per noi motivo di vanto – prosegue Baldissoni – abbiamo avuto la possibilità di leggere bellissime lettere di ringraziamento da parte di vecchi campioni che si sentivano un po’ abbandonati ed esclusi dalla vita della società, campioni che hanno avuto grazie a questa iniziativa la possibilità di tornare a contatto con quella che è stata una grande parte della loro vita. E’ fondamentale recuperare la propria storia, preservarla e raccontarla. E deve essere raccontata da coloro che l’hanno scritta e che possono trasmettere le emozioni più profonde del vissuto. Gli eventi poi non sono determinati solamente dai protagonisti in campo, ma anche dai protagonisti sugli spalti, che costituiscono il contesto necessario. E’ il legame profondo che si genera che poi produce quell’emozione che supera il momento storico, che rimane intatta nel tempo e che quindi si può rimanifestare in occasioni come quelle di domenica sera”
“Un mio ricordo da tifoso? E’ difficile soffermarsi su singoli eventi quando si passa la propria vita accanto a una passione come quella della propria squadra – prosegue il dg – Forse in questo contesto, per soffermarci su un tema che ci sta molto a cuore oggi, che è quello dei tifosi, vorrei ricordare il famoso Roma-Bayern del marzo del 1985, la famosa partita del canto “che sarà…sarà…”, in cui stavamo perdendo. Ho letto più volte commenti su quel canto, si parla spesso di un omaggio a una squadra che stava terminando un ciclo, non è così, ero in Curva Sud e il motivo vero era un po’ di frustrazione, stavamo rosicando perché i tifosi ospiti stavano cantando rumorosamente. All’epoca noi non potevamo sopportare che chi veniva da fuori potesse cantare più della Curva Sud. Da quel momento partì un coro ininterrotto per più di mezz’ora”.
Sulle barriere e gli altri provvedimenti contro la tifoseria giallorossa, Baldissoni dice: “Oggi dispiace vedere delle situazioni in cui siamo costretti a sentire maggiormente la voce del settore ospiti, vogliamo cambiare questa situazione perché vogliamo sentire soltanto il coro della Curva Sud”.