Il Direttore Generale della Roma, Mauro Baldissoni, ha ricevuto il “Premio Maestrelli” che si teneva a Fiuggi. Queste le sue parole dove ha risposto all’interno dal palco del Teatro Comunale dove si teneva l’evento:
Un mini bilancio della stagione… “Manca poco per raggiungere un obiettivo importante, che è quello che consente di dar seguito a quello che abbiamo creato. Resta consapevolezza, che è un po’ quello che ci manca. Spesso si parla un po’ eccessivamente in maniera negativa del calcio italiano e quello che si cerca di fare. Il proverbio dice che l’erba del vicino è sempre più verde e forse è vero solo per l’erba, per i campi a volte in Italia rispetto a quelli inglesi e di altri paesi effettivamente siamo indietro. Ma il calcio italiano non deve essere da buttare, lo dico anche in relazione a quello che i nostri amici dalla Cina ci ricordavano prima: è un calcio che è stato seguito per tanti anni. E’ vero che numeri alla mano indiscutibilmente ha avuto un calo d’interesse rispetto ai concorrenti del calcio europeo. Nel decennio dal 1989 al 1999, considerando le finali di Coppa Uefa e Coppa dei Campioni abbiamo 40 finaliste, 19 volte c’è una squadra italiana con 9 squadre diverse. Nell’ultimo decennio abbiamo 4 finali con 3 squadre diverse, sicuramente sono dati negativi. Ma il lavoro che c’è dietro e che in quale modo corrisponde all’interesse, la passione e la dedizione che c’è dal calcio di base a quello professionistico non è da buttare e segnali si vedono. C’è bisogno di consapevolezza, pensare che quello che facciamo è altrettanto valido rispetto a quello che fanno gli altri, dimostrandolo in campo. A noi è riuscito con delle serate magiche, bastasse la magia… Ci vuole tanta applicazione e impegno, ma ha dimostrato che si possono battere squadre che sono più avanti per capacità di spesa e la cultura sportiva dei paesi in cui operano. Mi associo ai temi trattati prima, oggi premiate me ma faccio i complimenti a voi perché in questa provincia sottolineamo l’importanza delle strutture, l’internazionalizzazione. Ingredienti che consentono il progresso del movimento, come non associarsi ai complimenti a Stirpe, che simboleggia il lavoro di tutta quest’area. Spesso si parla in maniera positiva delle ricette, le parole sono gratis, il coraggio di credere ad investimenti che costano denaro, sacrificio e sofferenza, quelli ci fanno progredire. Complimenti a Maurizio Stirpe, a Fiuggi e alla Lazio Cup. Il calcio italiano può avere un futuro molto interessante”.
Sono stati fatti dei passi avanti con lo Stadio, quanto manca al decollo? “Lo Stadio è talmente ingombrante che nessuno lo può fermare, è difficile da fermare (ride, ndr). A parte gli scherzi, un’opera complessa in un tessuto sociale e amministrativo complesso non può che essere un percorso complesso, ma la convinzione del valore, della necessità di un tale investimento per l’intera comunità è ormai indiscusso e condiviso a tutti i livelli dalle diverse le forze politiche necessariamente coinvolte. Si parla di Conferenza dei Servizi e quindi di tutte le autorità politiche e amministrative del territorio. E’ un investimento per l’Italia, un investimento privato straniero in Italia per lo sport, il più grande da un paio di decadi nella città di Roma, Roma che ha bisogno di investimenti in infrastrutture e privati, Roma deve collocarsi di nuovo in un’arena internazionale e dimostrarsi competitiva. Se non si attraggono interessi e investimenti stranieri nella capitale d’Italia si fa fatica a tenere il confronto con quelle che devono essere le naturali concorrenti: Londra, Parigi… E’ un investimento fondamentale per tutto il sistema. Siamo orgogliosi di portarlo avanti e fiduciosi dopo tanta fatica, ci sentiamo un po’ più vicini. Speriamo di avere dopo l’estate i permessi per costruire, esito di una variante urbanistica in via di approvazione entro l’inizio di luglio e la ratifica in sede regionale”.
La semifinale permetterà di tenere i campioni? “Bisogna cominciare a invertire, siamo un po’ stanchi di parlare di numeri e cessioni. Le operazioni di mercato sono sempre scelte, a volte condizionate dall’attesa uscita sportiva e tecnica, e quindi condizionate dal tecnico, e dal necessario rispetto di alcune condizioni economiche dettate a livello internazionale e che devono rispettare tutti. Anche il Barcellona decide di vendere qualcuno in ragione di questo discorso, una scelta tecnica, economica e finanziaria. Anche il Psg che dovrà farlo a breve, la Juventus, l’Inter, la Roma e tutte le altre squadre del mondo. Continueremo a vendere calciatori nel contesto di scelte, l’attività di calciomercato è fisiologica e deve essere colta come opportunità per rispettare parametri economici che non si possono non rispettare e che poi si trasferiscono sempre in una scelta tecnica. Quello che si fa, si fa per vincere e non per coprire un buco di bilancio e basta. Nel contesto di queste scelte, quello che si fa è sempre volto a ottenere un risultato migliore. Nonostante tutte le critiche legate a questa attività, che sembra quasi una colpa ma è il rispetto di una regola, che sono state mosse anche all’inizio di questa stagione, la Roma chiude al terzo posto o sperabilmente entro le prime quattro e dopo una semifinale di Champions giocata fino all’ultimo minuto, è una stagione più soddisfacente di quella dell’anno scorso. Continuiamo a crescere e non peggiorare, siamo vicini alla Champions League ed è il quarto anno che ci arriviamo. Se questo avviene anche attraverso delle operazioni di calciomercato che sono studiate anche per rispettare le regole di bilancio non può essere una colpa. Smettiamola di affrontare questo tema come una malattia, ma è il necessario rispetto delle regole comune a tutte le squadre del mondo”.