Le strategie corrono su binari parallelo, perché la competitività della squadra dipende dall’attenzione che la Roma è costretta a mantenere sul piano finanziario. L’assemblea dei soci andata in scena ieri a Trigoria, convocata per i provvedimenti previsti dal Codice Civile quando il capitale è diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite, ha registrato l’intenzione di non cambiare le carte in tavola nel breve periodo. La semestrale chiusa in rosso di 53 milioni è la conseguenza del calo dei ricavi per la mancata partecipazione alla Champions e da una quota minore, in confronto all’anno precedente, di plusvalenze sul mercato.
Un quadro generale analizzato dal dg Baldissoni: «Noi vogliamo ridurre i costi, ma il nostro obiettivo principale è quello di aumentare la competitività. Qualificarsi alla Champions aumenterebbe quasi di quattro volte le nostre finanze attuali. Si potevano ridurre i costi di gestione, questo però avrebbe determinato la competitività della squadra. I ricavi a lungo raggio saranno sicuramente migliori, la ricerca del main sponsor è in corso». Con un accenno inevitabile anche al progetto stadio: «Non è vero che la conferenza dei servizi si è chiusa con la bocciatura definitiva del progetto, è soltanto stato rivisitato. Non esiste una società di Pallotta sullo stadio, c’è una holding che gestisce le finanze dello stadio. Come a Lione, a cui abbiamo fatto tutti i complimenti».