Inizia nel peggior modo possibile il 2018 della Roma ormai in piena crisi di gioco e risultati. Il ko casalingo contro l’Atalanta conclama quello che già nell’ultimo match dell’anno aveva diagnosticato con l’incolore pareggio, sempre all’Olimpico, contro il modesto Sassuolo oggi sconfitto addirittura dal Genoa. La Roma è ufficialmente in crisi: di punti si, solo uno in due partite casalinghe contro Sassuolo e Atalanta, ma soprattutto di gioco, perché il primo tempo visto contro la squadra di Gasperini è stato a dir poco imbarazzante. Niente gioco, zero movimenti, giocatori ridotti a controfigure di se stessi ai quali non è bastato un secondo tempo giocato interamente in undici contro dieci per l’espulsione (severa) di De Roon per avere la meglio di un’Atalanta che in quattro giorni è uscita vittoriosa dal San Paolo e dall’Olimpico: complimenti.
Solo carbone nel giorno dell’Epifania invece per Di Francesco e la sua Roma che, nonostante il ritorno al gol di Dzeko dopo due mesi, rimediano una sonora lezione che li allontana dalla vetta del campionato (ora sono 12 i punti di ritardo anche se c’è una gara da recuperare). Ma non solo perché, onta per i tifosi, il ko di ieri coincide col sorpasso della Lazio di Inzaghi che invece viaggia a vele spiegate prendendosi di diritto il ruolo di quarta forza del campionato. Già, perché li davanti, tranne l’Inter vincono tutte le grandi. E l’assenza punitiva di Nainggolan non può essere un alibi per nessuno: nemmeno per una società che ha scelto la strada giusta. Il problema è semmai capire se questa squadra può permettersi di fare a meno di lui: dopo quanto visto in campo ieri verrebbe da dire di no, ma contro il Sassuolo il Ninja era in campo e la squadra non era stata di certo più brillante. La Roma adesso avrà due settimane per fare autocritica, superare le crisi interne e ripartire con l’obiettivo minimo della stagione che era e resta l’Europa che conta.