Non c’è più tempo da perdere. La Roma entro la fine della settimana, al massimo l’inizio della prossima, vuole annunciare l’arrivo di Di Francesco, l’allenatore scelto per sostituire Spalletti. Anche le parole di Pallotta di martedì non lasciano dubbi. E ieri ci sono stati notevoli passi in avanti fatto dal tecnico con il Sassuolo per liberarsi di quel fardello, che la Roma non avrebbe potuto accettare. Per il club giallorosso è un’esigenza primaria, oltre che una volontà rigorosa: non può e non intende pagare la clausola rescissoria di tre milioni. Non può perché non è in grado di inserire in bilancio una spesa che non riguarda un asset patrimoniale e perché non può mettere una voce in uscita prima del 30 giugno, nel rispetto dei paletti imposti dal fair play finanziario. Ecco perché nella giornata di ieri ha cercato di forzare i tempi per trovare un accordo con il Sassuolo. Per risolvere la questione, tra persone per bene. Perché la clausola era stata inserita proprio da Di Francesco come atto di riconoscenza nei confronti del club che ha creduto in lui in serie A. E perché con un impegno verbale, tra galantuomini, quella clausola si era detto che non avrebbe avuto effetto in caso di chiamata della Roma, il vero, unico sogno nel cassetto di Di Francesco.
REPLICA – Così il viaggio che i dirigenti giallorossi hanno messo in preventivo per oggi a Reggio Emilia, ufficialmente per assistere alla semifinale della Primavera contro l’Inter, sarà l’occasione per incontrarsi con i dirigenti del Sassuolo, che tra l’altro proprio ieri hanno scelto il successore di Di Francesco: Bucchi, ex Perugia. Oggi a Reggio Emilia ci sarà di sicuro Baldissoni, in forse Monchi (che presto sarà affiancato dal nuovo vice, Nereo Bonato, anche lui ex Sassuolo), che potrebbe andare a Bilbao per un summit di mercato. Dopo l’accelerazione di ieri sera, oggi i dirigenti dei due club dovrebbero solo stringersi la mano, tecnicamente il Sassuolo dovrà rilasciare alla Roma una liberatoria.