Pareti bianche e porte a vetri, nel centro sportivo di Casteldebole. Verdi le aiuole, azzurro il cielo. Su una poltrona della sala-stampa siede Antonio Mirante, il portiere del Bologna. Occhi celesti e capelli biondi. Racconta e si racconta. Con cura sceglie le parole, che scivolano via lente. Una pausa, prima di ogni risposta.
Mirante, lei non giocherà contro la Roma per squalifica. L’ha fatto apposta, per caso? “È il nervosismo dei tifosi, lo capisco: a volte ti fa dire di tutto. Ero diffidato e, nella partita con la Lazio, sono stato ammonito. Non posso credere che qualcuno pensi davvero che non so quello che faccio. Nella gara con la Lazio a me interessava portare punti a casa. Era un rischio, farsi ammonire. Tanto è vero che mi sono arrabbiato. Avrei potuto beccare un altro cartellino. Se avessi voluto prendere un’ammonizione, l’avrei presa alla fine. Ma non è proprio nel mio modo di pensare”.
Sarà a Trigoria l’anno prossimo? “Ragiono a breve scadenza. So quale ruolo andrei a ricoprire in una grande squadra. A oggi non credo che sia una possibilità, anche perché ho un contratto con il Bologna fino al 2019. A fine anno mi incontrerò con la società, tireremo le somme. Se la volontà di entrambi sarà di continuare, andremo insieme. Altrimenti mi troveranno loro una squadra…”.
Alisson è uno dei migliori portieri al mondo? “Due o tre sono fortissimi. Alisson è in auge, anche De Gea del Manchester United è bravissimo”.
E Buffon? “Buffon è in una fase di decisione. Quando smetterà ci renderemo conto di aver avuto la fortuna di vedere il portiere più fortedi tutti i tempi”.
Un pensiero per Davide Astori… “C’è stato uno smarrimento nello spogliatoi. Un senso di impotenza, di vuoto, che ci ha coinvolti in prima persona. Io ho conosciuto Davide in Nazionale. Questa tragedia ci ha toccato perché è stato un episodio che lo ha coinvolto nella nostra quotidianità. In un ritiro… Mi sono sentito indebolito. A volte la notorietà, lo star bene, gli allenamenti ti fanno credere invincibile. Vedere una cosa del genere, per me che ho avuto quel problema, mi ha indebolito. Ancor di più per il ragazzo che era. La sua testimonianza. Era uno di noi, Davide. A volte non mi capacito di come la Fiorentina faccia ad andare avanti”.