Un anno fa Neres era Ünder, Manolas incornava il Barcellona come De Ligt la Juventus e l’Europa scopriva le alchimie tattiche di Di Francesco come oggi tutti cliccano furiosamente le due paroline “Ten Haag” su Google per sapere dove questo misconosciuto allenatore abbia tratto ispirazione per l’ultimo miracolo della storia dell’Ajax. La Roma dopo il 10 aprile 2018 era celebrata come oggi si scrivono mirabilie dei nipotini di Cruyff.
Del resto mentre gli altri costruiscono i loro progetti ognuno secondo le proprie riconoscibili radici culturali, nei nostri bar dello sport ci si innamora dei modelli altrui, senza sapere che da tempo in Figc prima Sacchi e poi Viscidi stanno portando avanti da tempo un protocollo i cui primi frutti sono ormai maturi.
Nei bar invece prima si chiedeva di scimmiottare Guardiola, poi è stata l’epoca del Borussia Dortmund, per diversi anni è toccato al Cholismo del “Leti” e alla retorica della garra, il Leicester di Ranieri stupì il mondo e trovò da noi facili proseliti, nel 2017 ci si ispirò al Monaco di Jardim e Mbappè, adesso si torna a guardare alle academy di Amsterdam. L’erba dei giardini di Spagna, Germania, Inghilterra, Francia, sembra sempre più verde perché ogni anno da quei campionati hanno saputo proporre qualche alternativa allo strapotere delle solite note straricche. Tra cui ora c’è pure la Juve che, non avendo alcun modello culturale/calcistico alle spalle, in Europa non vince mai. (…)
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FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco