Il tweet che dice tanto, se non tutto, lo fa Jacopo: «Io anche a 47 anni sulla fascia destra Cafu lo prenderei». Senza fare paragoni di alcun tipo con chi gioca ora, o giocherà in futuro perché come il brasiliano sarà difficile trovarne nel mondo, basterebbe questo a capire lo spirito con cui tanti romanisti ieri pomeriggio hanno visto la sfida tra le vecchie glorie di Real Madrid e Roma. Visto che al Bernabeu le cose o si fanno per bene o non si fanno, ad assistere alla partita c’erano più di 60mila spettatori, tutti felici di contribuire a un progetto per i bambini africani e battere le mani all’altro Ronaldo, a Raul, Roberto Carlos e Figo. Tra le merengues tanti campioni, ma anche la Roma si è difesa con Cafu, Boniek, Balbo e, soprattutto, Bruno Conti, padrone di casa durante la cena di sabato sera insieme a Butragueno, dirigenti e uomini simbolo dell’evento e delle due società. D’altronde, tornare nello stadio dove è diventato campione del mondo nel 1982, per il capitano di giornata Conti, non è mai un’emozione banale: «Sono legato a questa città – ha detto – perché non potrò mai dimenticare che in quel Mondiale, visto che la formazione di casa era stata eliminata, gli spagnoli hanno tifato per l’Italia, ed è stata una soddisfazione anche quella».
SORRISI E GOL – Soddisfazione, per i dirigenti giallorossi (rimasti a Roma per la questione allenatore, anche Florentino Perez era assente) è arrivata invece dalle parole di Butragueno: «Il club giallorosso è cresciuto molto negli ultimi anni e sono certo che anche in Europa reciterà un ruolo sempre più importante». Per la cronaca, la partita, con cambi ovviamente volanti, è finita 4-0 per il Real: doppietta di Morientes e gol di Figo e Congo. Per la Roma da segnalare la buona forma di Konsel, in porta, e qualche corsa vecchia maniera di Cafu, applauditissimo da tutto il Bernabeu, uno stadio che di campioni se ne intende eccome.