Era il maggio del 2006, dopo che erano uscite le prime indiscrezioni su atti provenienti dalla Procura di Torino, qualcuno iniziò a sostenere che da Napoli presto sarebbero emerse novità clamorose, forse condite da arresti (limitazione della libertà molto in uso nella Procura partenopea), che avrebbero sconvolto il calcio italiano, spazzando via in un sol colpo l’intera nomenclatura. La madre di tutte le indagini, in ambito sportivo. Fu proprio questo giornale il primo a far filtrare stralci significativi di intercettazioni telefoniche e di relazioni di servizio del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Via in Selci. In quell’estate del 2006 ci furono i processi sportivi, seguiti, qualche anno dopo, dal Processo penale, innanzi al Tribunale dl Napoli, nonostante reiterate questioni di competenza territoriale sollevate dalle difese degli imputati. La parola fine venne pronunciata dalla 3a Sezione Penale della Corte di Cassazione in data 24 marzo 2015, per fatti commessi negli anni 2004/2005. A causa del tempo trascorso, unico condannato in via definitiva risultò essere Massimo De Santis, che aveva rinunciato espressamente ad avvalersi dell’intervenuta prescrizione. Gli altri arbitri coinvolti (eccezion fatta per Salvatore Racalbuto, arbitro di Roma Juventus del 5 marzo 2005, nei cui confronti è stata pronunciata l’intervenuta prescrizione) vennero assolti. Tutti gli altri imputati vennero prosciolti perché i reati loro ascritti si erano estinti per prescrizione. Però, si trattò di PRESCRIZIONE, non di assoluzione. Senza entrare in tecnicismi giuridici che annoierebbero oltre misura il lettore, il meccanismo prevede che il giudizio sulla sussistenza della responsabilità comporti la condanna al risarcimento dei danni ed alle spese di costituzione (gli onorari dei singoli Avvocati) a favore delle parti civili: è quanto accadde al termine di quel processo. Nei confronti di quali imputati i Giudici della Suprema Corte hanno applicato il proscioglimento per prescrizione con la sentenza richiamata? Luciano MOGGI, Innocenzo MAZZINI, Pierluigi PAIRETTO, Gennaro MAZZEI, Andrea DELLA VALLE, Diego DELLA VALLE, Pasquale FOTI, Claudio LOTITO, Sandro MENCUCCI ed il già richiamato Salvatore RACALBUTO. Per Massimo DE SANTIS la condanna divenne definitiva, con sospensione della pena. I Giudici della Cassazione, infatti, hanno stabilito che sia l’unico condannato, sia tutti gli imputati prosciolti per intervenuta prescrizione, fossero condannati a risarcire i danni e le spese legali a favore delle parti civili. Danni da liquidarsi in sede civile. Era il 24 marzo del 2015, mentre le 139 pagine di motivazione della sentenza vennero depositate il successivo 9 settembre 2015. Da quella data sono passati oltre due anni e sarebbe auspicabile sapere cosa abbiano fatto la Federcalcio ed i Ministeri interessati per ottenere il risarcimento dei danni. La domanda è lecita perché, in data 8 ottobre * 2015, la Federsupporter (associazione di difesa degli interessi dei sostenitori di calcio) inviò una raccomandata alla FIGC chiedendo di essere informata sulle azioni intraprese nei confronti dei condannati al risarcimento, ottenendo, il successivo 21 ottobre, un diniego definitivo per una asserita mancanza di “interesse qualificato” in capo al richiedente. Questo silenzio è sospetto, anche perché è doveroso sottolineare come i due Ministeri, ma anche la FIGC, seppure associazione di tipo privatistico, amministrino e gestiscano denaro pubblico con finalità, anche per quanto riguarda la Federazione, pubblicistiche. Se questo è vero, come è inconfutabilmente vero, la Federcalcio ed i due Ministeri hanno l’obbligo, giuridico e morale, di rispondere ad una serie di quesiti molto banali. 1) Quali azioni sono state intraprese per dare seguito alla sentenza della Corte di Cassazione 1857/2015? 2) In base a qual i criteri sono state determinate le somme da richiedere a titolo di risarcimento danni ai singoli imputati (ammesso che questo sia avvenuto)? 3) Qualche obbligato ha proposto una transazione in via stragiudiziale? 4) Le transazioni proposte si sono concluse positivamente e quali somme sono state concordate e versate? 5) Quando verranno intraprese le azioni giudiziarie nei confronti degli imputati che non hanno risarcito il danno? 6) È lecito per un tesserato in situazione di conflitto d’interessi con la FIGC ricoprire cariche federali, nonostante l’espresso divieto sancito dall’articolo 29 n. 1 dello Statuto Federale? 6 domande, per ora. Le risposte, forse, non arriveranno, ma si sappia che questo giornale non intende abbassare la guardia.
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