Sono tutti capitani, anche se alla Roma vengono dietro a De Rossi, Florenzi e Nainggolan nel rispetto dell’anzianità aziendale. C’è una Roma con la fascia al braccio anche in giro per il mondo, richiamata dall’onore/onere di servire la patria.
ECCOLO – L’ultimo in ordine cronologico è stato Alisson, il portiere più desiderato del momento, a cui il ct brasiliano Tite ha consegnato i gradi a Mosca, nell’amichevole vinta 3-0 contro la Russia. Non è una decisione definitiva in vista del Mondiale. Anzi, i nazionali brasiliani saranno capitani a rotazione nelle prossime amichevoli «in modo che ciascuno avverta un senso di responsabilità verso il Paese». La prima è stata buona per Alisson, che non ha preso gol: è stata la tredicesima volta nelle ultime 14 partite con il Brasile. In tutto questo periodo ha incassato soltanto la rete di Radamel Falcao contro la Colombia. E se parliamo di questa stagione, Roma inclusa, si è trattato della gara numero 22 da imbattuto su 42, dunque oltre il 50 per cento. Ieri, intanto la società ha diffuso un’intervista al canale tematico nella quale Alisson sembra programmare un futuro nella Roma: «Voglio ottenere un titolo qui perché la squadra lo merita, lavora tanto e io vorrei far parte di questo percorso».
AMORE – Dunque, salvo offerte stratosferiche, il Real Madrid e gli altri grandissimi club europei potrebbero attendere un altro anno. Non è facile, anche per ragioni familiari, andare via da Roma, come ben sa il capitano della Bosnia, Edin Dzeko. Lui ha detto no al Chelsea a gennaio e non se n’è pentito neppure per un minuto. Se Di Francesco potrà vivere l’emozione di un quarto di Champions League contro il Barcellona è merito del suo gol allo Shakhtar.
AMICI – Lo ha già ringraziato, in occasione della festa di compleanno organizzata al rientro da Crotone, l’amico Aleksandare Kolarov, capitano della Serbia. Con il suo carisma sarà meno difficile sfidare i campionissimi del Barça. E chissà che al Camp Nou non si esalti pure Strootman, capitano dell’Olanda: sta conoscendo la Champions vera proprio quest’anno con la Roma e non vuole fermarsi qui. E’ la mentalità di chi è abituato a portare pesi sul braccio.