Chi vuole i gioielli neroverdi deve essere disposto a pagare, e il prezzo lo fa il Sassuolo. Le quotazioni sono fissate: Berardi 50 milioni, Defrel 25, Acerbi 14, Falcinelli 12. L’ad Giovanni Carnevali, che ieri ha accolto anche tutti i big a Corlo di Formigine per il raduno, è disponibile alle contropartite tecniche ma prima si parla di denaro contante e poi di tutto il resto. Non pesa dire di no al dirigente degli emiliani, come del resto ha già fatto per ora in più direzioni per sua stessa ammissione.
Carnevali, ma è vero che alzate troppo i prezzi?
Crediamo nel valore dei nostri giocatori. Nel momento in cui si cede un ragazzo, devi pensare al modo migliore per sostituirlo. E quando cerchiamo i sostituti, vediamo certe valutazioni. Gli altri possono farlo ed evidentemente noi pure.
Berardi, Defrel e Acerbi: che tempi prevede per risolvere i casi aperti?
Noi avremmo piacere che restassero, ma ci sta a cuore che abbiano voglia, entusiasmo e credano nel progetto. Non costringiamo nessuno, è chiaro che le offerte devono essere consone. Noi intendiamo accontentarli, però alle giuste condizioni anche per noi.
Quante possibilità ci sono che Berardi vada via?
Spero che resti, e non solo lui. Siamo sempre pronti a parlare con tutti. Intanto al raduno c’è lui e ci sono gli altri, cominciano a lavorare mentre la società fa il suo.
E’ la Roma il vostro interlocutore privilegiato…
Il canale è aperto con ottime prospettive, così come è stato in passato. Abbiamo portato a termine l’operazione Di Francesco con l’aspetto della clausola; è stato riscattato Ricci; abbiamo preso Marchizza e Frattesi. Ci hanno chiesto Defrel e vedremo cosa fare: la Roma conosce le nostre richieste e le riteniamo ragionevoli.
Che effetto le fa vedere Di Francesco in giallorosso dopo il quinquennio a Sassuolo?
Stiamo metabolizzando, guardiamo oltre dopo avergli fatto in bocca al lupo perché ci siamo lasciati benissimo nella consapevolezza del suo valore. Può fare bene in una piazza che per lui è naturalmente qualcosa di speciale.
Sul destino di Acerbi a che punto siete?
Per noi Acerbi è molto importante. Non abbiamo accettato l’offerta del Galatasaray. Vorremmo che restasse, ma abbiamo comunque in rosa le soluzioni per il ruolo, da Ferrari e Letschert. Non mi preoccupa l’eventuale sostituzione.
Teme qualche braccio di ferro?
Non dobbiamo avere contenziosi, non ci penso. Le cose sono abbastanza semplici e si ragiona tra professionisti. Ciascuno fa la sua parte: i giocatori quando hanno firmato il contratto erano consapevoli e hanno accettato le condizioni economiche. Gli accordi si sono fatti in due. Alle aspettative dei giocatori devono corrispondere quelle della società, è assolutamente legittimo.
E’ più complicato per voi gestire chi ha richieste o risolvere le trattative in entrata?
E’ complesso gestire il discorso delle richieste perché tante volte non si concludono e ingenerano solo confusione, creando problemi anche nei confronti del singolo giocatore.
Nel ciclo Sassuolo, e rispetto a un anno fa, questa è la fase più delicata di sempre?
Il percorso non cambia, giovani e italiani per noi sono sempre al primo posto. Abbiamo la barra dritta ma sicuramente è questo un anno che parecchie chiacchiere, perché poi a concretizzare ce ne passa. A volte si parla e finisce lì.
Come state ripartendo?
Con la solita carica, la novità dell’allenatore, la voglia di dare un seguito al progetto Sassuolo che ha messo solide basi e intende rafforzarle.
Il rapporto con Cristian Bucchi?
Ci stiamo conoscendo giorno dopo giorno. C’è tra noi, con Angelozzi e il mister, un confronto quotidiano costante alla ricerca delle soluzioni migliori. Si cerca la condivisione e soprattutto c’è spirito di gruppo.
Il colpo grosso ci sarà?
Abbiamo una squadra già competitiva. Non prevediamo colpi eclatanti, pensiamo a costruire il futuro su una linea chiara portando avanti le priorità senza farci abbagliare da situazioni che non siano da Sassuolo.