Dice Spalletti, ad evitare ulteriori imbarazzanti esternazioni notturne del Ninja Nainggolan: «Tranquilli la prossima volta lo porto nel lettone con me». E lo dice col sorriso di uno che si è tolto un peso. Perché la partita di Crotone è stata faticosa, perché ha tenuto il passo del Napoli, rimesso la Roma al secondo posto, tenuto botta in zona scudetto che non si può mai sapere, e perché tre punti sono tre punti ovunque li prendi. E se la Spalletti band si avvia con un certo sollievo verso un periodo complicato (giovedì Europa League in Spagna con il Villarreal e i 3 derby con la Lazio s’avvicinano) lo deve soprattutto all’esuberante belga che in campo è ormai un leader, e fuori invece fa discutere. Dice di “odiare la Juve” e fa il gladiatore romano. E infatti il pubblico giallorosso è impazzito, lo ha accompagnato osannandolo fino a Crotone. «Ha risposto da par suo, da grande calciatore» ha sottolineato Spalletti. L’incidente notturno è stato derubricato a “chiacchiera da bar”. Il Ninja si è presentato allo Scida col suo solito look minimale: cresta ardita, scarpe verde fluorescente, e soprattutto fascia rosa di capitano. La fascia proprio a dire: siamo con lui, siamo tutti Ninja. In realtà l’assenza di Totti, De Rossi (in panchina per turn over) e Florenzi ko, rendeva la scelta meno dimostrativa di quanto sembri, ma il suo effetto lo ha avuto. Nainggolan dopo aver sbattuto contro l’annunciato “pullman davanti alla porta” parcheggiato da Nicola, ha segnato un gol raffinato. Come dire: non solo muscoli e grevità, c’è anche un cervello.
Il Ninja ha fatto il cenno polemico del silenzio e poi digitato il classico tweet: “La miglior risposta è sul campo”. Nainggolan ha risolto un bel problema alla Roma, cavandola fuori da un brutto avvio, culminato in un rigore sprecato da Dzeko. L’attaccante che ne aveva sbagliato uno a Udine, nonostante abbia messo dentro il gol del 2-0, risultato che rende la vittoria della Roma equivalente a quella della Juve tre giorni prima, ne è uscito scosso e sconsolato: «Non tirerò più un rigore». Fatto strano per uno che è a quota 18, lotta per la classifica cannonieri, appare trasformato. Spalletti non lo incoraggerà a tirarne altri se non vuole. «Non voglio che un rigore sbagliato lo condizioni». Per superare il Crotone schierato con una difesa a 5 vera, con doppie marcature su Dzeko e Salah – rilanciato dopo la Coppa d’Africa, non al massimo ma presente nei momenti chiave – la Roma, undicesima partita senza prendere gol, ha usato gli arnesi dell’egiziano (rigore e assist per Nainggolan e Dzeko). Il pubblico e il Crotone si sono inferociti molto per il rigore generoso, ma alla fine Dzeko è stato educato e salomonico sbagliandolo. Unico sussulto di una domenica scontata. Spalletti ha rimediato fischi e insulti battibeccando con i tifosi a forza di sguardi feroci.