Tra pochissimo, alle 13:30, si presenterà ai nuovi tifosi giallorossi il talentino turco Cengiz Under, prelevato dall’Istanbul Besaksehir per 15 milioni.
Prende la parola Monchi: “Buongiorno. Ünder è il giocatore meno conosciuto tra quelli acquistati, ma personalmente ha rappresentato una sfida importante avere un calciatore corteggiato dai più grandi club, questo grazie alla volontà del calciatore e della società e in particolare del presidente di darmi fiducia nell’acquistarlo. Mi rende molto contento perché ritengo che abbiamo preso un calciatore utile per il presente e in chiave futura”.
Cosa ti attrae e cosa ti spaventa di più del calcio italiano? “Vengo da una lega simile a quella italiana, anche da noi si gioca forte, sia difensivamente che offensivamente. Quando c’è stata questa occasione ho accettato subito, mi abituerò a questo calcio forte col passare del tempo. Credo di non trovare problemi in futuro”.
Quali sono le tue prime impressioni sui compagni? “Quando sono arrivato era il mio compleanno, all’aeroporto mi hanno accolto benissimo, mi è piaciuto molto. Non parlando per il momento l’italiano potrei avere qualche disagio, ma ho cominciato a fare lezioni e credo di impararlo al più presto”.
Ti senti pronto per fare il titolare? Cosa pensi quando dicono che sei il Dybala turco? “Mi sento molto pronto, credo di aver dimostrato quanto fossi pronto quando giocavo al Basaksehir. Ho segnato 7 gol in un anno, ho dimostrato le mie qualità. Per il momento mi sento pronto, ma vedremo a lungo andare le mie qualità. Abbiamo avuto un bel periodo in America, ho anche segnato nel torneo. Fin dall’inizio mi sento pronto. Anche in Turchia mi chiamavano come Dybala per la somiglianza fisica, ma vi ricordo che sono Cengiz e ho le mie qualità. Mi ricorderete come Cengiz”.
A Monchi: qual è il processo che porta a una scelta di un giocatore così giovane per la Roma? “Probabilmente è il meno conosciuto da parte dei tifosi, ma per noi addetti ai lavori si tratta un nazionale turco che ha militato nella squadra rivelazione del campionato. Meritava di essere segnalavo, lo conoscevo bene. Il calciatore era già conosciuto visto che la Roma ha uno scouting magnifico. Con il mister abbiamo individuato il ruolo da rafforzare, abbiamo pensato subito a lui essendo un giocatore di prospettiva ma importante anche per il presente”.
A Monchi: da quanto tempo seguiva il giocatore? C’è stata concorrenza? “Il tempo nel calcio è sempre meno, abbiamo fiducia nel calciatore e avremo tempo di aspettarlo. Al di là delle caratteristiche sportive ci sono quelle umane, è un ragazzo intelligente e siamo sicuri che i tempi di ambientamento saranno più rapidi. C’è stata molta concorrenza, ha appena 19 anni con 4 presenze e 2 gol in nazionale, soprattutto da squadre top inglesi. Per fortuna la Roma rappresenta un marchio che attira molto e che fa sì che il calciatore possa venire da noi”.
A Monchi: che idea si è fatto dell’operazione Neymar? Quali sono i pro e i contro? “Mi crea disagio e paura. Non so dove arriveremo di questo passo, non voglio pensare che stiamo costruendo una bolla che a un certo punto possa esplodere, come la bolla immobiliare che danni ha creato nell’economia mondiale. La mia storia non è quella di comprare giocatori cari, rispetto a quello che ha fatto il PSG se sia legale o meno sarà giudicato dalle istituzioni, ma mi crea un certo disagio e una certa paura questo spettacolo milionario nel momento in cui l’economia mondiale ci dimostra che ci sono tantissime persone che fanno fatica a tirare avanti. Noi dovremmo esserne lo specchio e a volte non lo siamo”.
Cosa vi siete detti con Totti? Che impressione fa arrivare dopo che ha smesso? “L’ho conosciuto il secondo giorno che sono arrivato. L’ho visto almeno 10 volte. Anche perché vedevo molto i suoi video, tifavo per lui. Mi è dispiaciuto che abbia lasciato il calcio, avrei voluto giocare insieme a lui. Avrei potuto imparare molte cose da Totti, peccato”.
Con Di Francesco come ti trovi? Come comunicate? La nazionale ha cambiato CT ed è arrivato Lucescu, cosa ne pensi? Credi che sarai chiamato? “Non vorrei parlare della nazionale. Conosco bene Lucescu, ma non ho mai giocato per lui, non so. Spero di essere chiamato per la nazionale turca, mi fa molto piacere. Con Di Francesco ci capiamo a gesti, giustamente non ci parliamo ma si fa capire coi gesti e io coi miei, non andrà sempre così. Ho già detto che prendo lezioni di italiano per migliorare, a breve saprò parlare italiano, credo”.
A Monchi: c’è qualcosa di concreto su Emre Mor? “Ieri mi è stata chiesta la stessa cosa. Per evitare che mi si chieda ancora: la Roma non ha alcun interesse per Emre Mor. È un giocatore interessante, abbiamo come turco Ünder e siamo contenti”.
Quali sono le differenze che hai trovato tra il calcio italiano e il calcio turco? “Qua si fa doppio allenamento, in Turchia non lo facevamo. Stiamo spesso in palestra e fisicamente sono più impegnato. In Turchia non si faceva così tanto. C’è più disciplina”.
A Monchi: ha mostrato a Totti immagini di Ünder? “No, a dire il vero non ne ho parlato con lui. Però quando Francesco era qui a Trigoria e ha incrociato Ünder mi ha chiesto di lui e gliene ho parlato. Ma il motivo della visita di Francesco non era quello. Ha mostrato la sua personalità fermandosi a salutare Ünder, gli ha fatto piacere, era il suo primo giorno a Trigoria. Non ha perso occasione per dimostrare la sua grandezza che voi conoscete anche meglio di me”.
C’è stato un momento in cui in Italia era molto importante il calcio turco. Con Emre o con Terim hai parlato per capire com’è fatto il calcio italiano? “Ho parlato con Emre, tra l’altro ci conosciamo molto bene. A lui tengo molto. Mi sento molto fortunato per averlo conosciuto. Prima di venire qui ci siamo sentiti, mi ha detto che il calcio italiano è molto duro, come sempre. Però lui giocava a centrocampo, io gioco a destra. Abbiamo due ruoli diversi. Vedremo insieme le differenze”.
A Monchi: ieri il Milan ha fatto 65.000 spettatori per una partita di Europa League. Per riportarne altrettanti a Roma bisognerà spendere per forza o c’è un Metodo Monchi anche spendendo meno? “Sono stato tre volte all’Olimpico e in due di queste circostanze, con Juventus e Genoa, siamo stati vicini a questa quota. Non è la mia aspirazione avere gente allo stadio, ma vincere con la Roma: il resto verrà di conseguenza. Ritengo il romanista sufficientemente intelligente perché non leghi la sua presenza all’arrivo di calciatori, che ci sono già come Strootman, Nainggolan, Dzeko e Florenzi”.
Anche Salih Uçan ha giocato qui per un breve periodo, hai parlato con lui? Cosa ti ha consigliato? “Certo che ho parlato con Salih. Abbiamo lo stesso agente, ci conosciamo da vicino. Lui ha avuto degli infortuni, è stato sfortunato. Per lui è stato un peccato. Mi ha detto che mi adatterò in poco tempo, avendo il problema della lingua i giocatori mi si avvicineranno molto per poter velocizzare questo periodo di adattamento. Il mio obiettivo è restare qua e avere successi con la Roma, non è una scalinata per arrivare a una squadra migliore. Prima di dire una cosa del genere devo dimostrare, il mio obiettivo è essere un giocatore che piaccia, piacere ai tifosi romani e ai dirigenti”.
Senti di avere la personalità giusta per affrontare l’ambiente di Roma o devi migliorare? “Prima di venire qui mi sono informato sulla cultura italiana e sull’ambiente che mi attendeva. Quando sono arrivato, la prima cosa che ho notato è che il cibo è simile. Finora non ho trovato nessun problema, non ho trovato nessuna situazione caotica, mi trovo molto bene. Sono felice. Vogliono fare amicizia con me, hanno buona volontà nei miei confronti e questo mi fa piacere”.