Chissà se lo riconosceranno. Per diciotto mesi Bergamo alta e bassa, ha conosciuto tutto un altro giocatore. Reduce da un’esperienza in Portogallo che tutto era stata meno che un successo, un ragazzo di poche parole che Gasperini mandava in campo quasi sempre trequartista, ruolo in cui il ragazzo ogni volta dimostrava di avere una certa confidenza con il gol, dodici in quarantotto partite. La conseguenza è stata che a Lisbona, sede del Benfica, facevano a gara nel tentativo di «mozzicarsi» i gomiti e Bryan Cristante concludeva la passata stagione con la legittima etichetta di miglior centrocampista italiano. Ulteriore conseguenza, è stata che è diventato un pezzo pregiato del mercato estivo dello scorso anno, in molti a volerlo, la Roma brava ad anticipare tutti, cinque milioni per il prestito, altri quindici per un riscatto obbligato e poi ulteriori dieci spezzettati in una serie di bonus.
La trasformazione Domenica tornerà a Bergamo e i tifosi bergamaschi faranno fatica a riconoscerlo. Intanto non lo dovranno cercare a trenta metri dalla porta avversaria, ma a trenta dalla porta della Roma, mediano davanti alla difesa, a Bergamo probabilmente in coppia con il rientrante Nzonzi. Insomma, tutto un altro Cristante. Che ha fatto un po’ di fatica, legittima, a calarsi in questo nuovo ruolo, ma che con il passare delle partite ha preso sempre più confidenza con una zona del campo che nella passata stagione la vedeva soltanto se si voltava verso il proprio portiere. (…)
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