Grimaldi Forum di Montecarlo, ore 18: ricomincia la Champions League. Si riparte dai sorteggi, in campo invece si va dal 18/19 settembre (primo turno) al 1 giugno 2019 a Madrid, Estadio Wanda Metropolitano (la finalissima). Ma le urne hanno già il sapore di erba d’Europa, specie dopo gli ultimi spareggi che hanno mandato il Liverpool in terza fascia (per colpa del Benfica che ha battuto il Paok ed è finito in prima) quindi pericolo pubblico per tutte e qualificato a sorpresa la Stella Rossa procurando le lacrime del Salisburgo: risaluteremo l’Ajax (4 coppe campioni vinte), che è tornata nel calcio europeo che conta, come appunto la Stella Rossa, Benfica e Psv (4 coppe in tre).
Saluteremo anche le quattro italiane, che tornano a essere quattro ai gironi dopo nove stagioni (Inter, Milan, Juve e Fiorentina). Da lì anni di due più una o tre più una qualificate ai gironi Champions. Quattro, dicevamo: Juve, Roma, Napoli e Inter, con i nerazzurri ultimi a vincere la Champions e oggi galleggiano in quarta fascia. C’era Mourinho, ora la guida spirituale si chiama Spalletti, che aveva lisciato l’accesso alla Coppa con la Roma nel preliminare di due anni fa (con il Porto). Le 32 squadre partecipanti conosceranno a Montecarlo il cammino da affrontare nei gironi per accedere alla fase a eliminazione diretta, con l’obiettivo comune di abbattere lo strapotere del Real Madrid, che ha portato a casa quattro delle ultime cinque Champions (la restante è andata al Barcellona di Luis Enrique). Cristiano Ronaldo protagonista delle vittorie merengues, ora sta dall’altra parte, nella Juve (Cristiano verrà premiato per il gol più bello della stagione: quello in rovesciata allo Stadium), che ne ha perse due di finali ultimamente (una col Barça e una proprio col Real). La Juve, seppur con il portoghese, non parte da favorita, ma ha investito per esserlo: Allegri alla squadra dei record – oltre a CR7 – ha aggiunto anche Cancelo, Emre Can e Bonucci per scalare la strada verso la coppa dell’ossessione, che a Torino manca dal 96, finale a Roma contro l’Ajax.
LE TOP, INCOGNITA INTER – Le favorite sono sempre quelle, le superpotenze europee: Barcellona, Psg, Bayern Monaco, Manchester City, Liverpool. Sul Real va fatto un discorso a parte. I blancos dopo gli ultimi trionfi hanno perso Ronaldo e Zidane, hanno trattenuto Modric sì ma non sono stati effettuati colpo ad effetto. Gli arrivi di Courtois, Odriozola e i giovani Rodrygo, Mariano Diaz e Vinicius potrebbero non bastare per confermarsi. La notizia che girava ieri (Dybala al Real per 180 milioni) faceva pensare a un ribaltone clamoroso, poi è a tutti apparsa come bufala social (tanto per cambiare). La più forte, per gioco espresso e potenzialità tecniche, sembra il City di Guardiola, che dopo aver stravinto la Premier vuole stravincere la Champions. Nell’elenco delle big vanno inserite di diritto/dovere lo United di Mou, anche se ora non se la passa benissimo (su di lui l’ombra di Zidane), e l’Atletico Madrid, che ha disputato due finali recenti (2014 e 2016). In più la finale è al Metropolitano, un motivo in più per provarci, tant’è che Griezmann non s’è mosso da lì. In questo contesto, Ronaldo ha il compito di tramutare in godimento l’ossessione della Juve per la Champions. Le altre italiane non sono chiamate solo a guardare. La Roma riparte svestita del ruolo di sorpresa, vista la Champions disputata la scorsa stagione: Di Francesco è arrivato in semifinale dopo aver battuto il Barcellona e perso maldestramente con il Liverpool, poi finalista con il Real. Il Napoli, dopo le esperienze negative con Sarri, si aggrappa all’esperienza di Ancelotti per fare bella figura. Carletto ha vinto la competizione sia col Milan (2 volte) sia con il Real, entrando nella storia per aver portato a Madrid la decima, L’organico napoletano non è così attrezzato per arrivare fino in fondo ma l’exploit della Roma lo scorso anno qualcosa avrà insegnato a tutte. Tutte, compresa l’Inter che dopo il triplete per è sparita nel nulla. Anni di malinconico abbandono dall’Europa dei grandi dopo averla conquistata; tutte, compreso il Psg di Neymar e Buffon, eterno bluff europeo.
L’ASSENTE – Tutti presenti e carichi, tranne una: la Var. I vertici della federazione Uefa non sono ancora convinti e hanno scelto di passare anche per questa stagione. Un’assenza che alzerà il tono delle polemiche, specie nella fase calda.