Oggi si disegna la Champions che verrà anche se l’incontro tra i grandi club de l calcio europeo è informale, preliminare, condizionale e tutto quanto fa da cuscinetto tra il format che si vorrebbe varare e lo spettro della Super Lega. Per archiviarla ed evitare la deriva indipendentista stile Nba, l’Uefa è disposta a cambiare la Champions così come la conosciamo e di innestare in questa competizione alcune richieste che erano alla base dei desideri di fuga. La prima concessione è arrivata per il triennio 2018-2021 con i posti fissi divisi tra i campionati importanti.
Ma era solo l’inizio. A Nyon, in casa Uefa, giusto per rendere chiara l’assoluta collaborazione, si apre il tavolo delle larghe intese con l’Eca, l’associazione dei club europei presieduta da Andrea Agnelli. Si ragiona su una proposta di base con 32 squadre (come ora) e 4 retrocessioni con delle partite da piazzare nel weekend, elemento che fa discutere. Soprattutto si studia il calendario: doveva restare tutto fermo fino al 2024, ma molte squadre importanti hanno fretta di rivedere introiti, contratti tv e concessioni già dal prossimo giro ovvero dal pacchetto che copre le stagioni 2021-24 e poi nel 2021 parte il nuovo Mondiale per club appena varato dalla Fifa e già sotto minaccia boicottaggio dell’Eca.
Da quando è partita questa faida è anche aumentata la fretta di avere una competizione più ricca in Europa per evitare tentazioni. Per ora non si decide nulla, si parla, forse qualcosa si scarta e si mettono altre date, più decisionali, in agenda ma oggi si inizia a fare sul serio. Dal 2021 dovrebbe entrare in scena anche la terza Coppa voluta dall’Uefa, una sorta di Europa League 2 che probabilmente troverà un nome migliore. Serve ad allargare il giro delle pretendenti al calcio che conta. Anche se l’élite è pronta a sganciarsi con un sistema che consente ai pezzi grossi di esserci sempre, salvo tonfi. Il tutto mentre l’Uefa testa il suo nuovo canale tv pronto a nuovi palinsesti. E potrebbero vivere tutti, o quasi, felici e contenti.