Si ripartirà dal documento prodotto il primo febbraio: che significa «Parere unico non favorevole»? Il Comune, sollecitato dalla Roma, ha precisato con una nota il senso del documento tecnico presentato alla Regione e firmato dall’ingegner Fabio Pacciani. Ma domani, nell’incontro fissato con la parte proponente del progetto Tor di Valle, la giunta guidata da Virginia Raggi dovrà chiarire in maniera definitiva le proprie intenzioni. Perché il dossier stadio, a causa dei tempi ristretti imposti dalla conferenza dei servizi appena sospesa per 30 giorni, non può aspettare gli indecisi.
APERTURA – Dopo le mille contraddizioni dell’assessore Berdini, che ha cercato in ogni modo di confondere le idee agli interlocutori approfittando delle diverse correnti del Movimento 5 Stelle, ieri è tornato sull’argomento Daniele Frongia, da poco responsabile dell’assessorato allo sport del Campidoglio: «Posso rassicurare i tifosi romanisti. Anche io sono di fede giallorossa – ha detto a Radio Radio – è stato prodotto quel parere tecnico ma il mese in più che abbiamo richiesto serve proprio per valutare il progetto fino a conclusione. Ma quel parere non è assolutamente una bocciatura al progetto».
PRESCRIZIONI – In particolare il Comune pretende dalla parte proponente, che oltre alla Roma include il costruttore Luca Parnasi, cinque filoni di integrazioni che costituirebbero «condizioni per addivenire a un parere favorevole»: 1) un miglioramento dei livello di sicurezza stradale, sia veicolare che pedonale; 2) adeguare i livelli di servizio delle infrastrutture stradali (quindi rotatorie, incroci, svincoli, rampe, entrate e uscite dai parcheggi); 3) il completamento della documentazione con le elaborazioni mancanti; 4) l’eliminazione delle carenze di contenuti rilevate; 5) la ridefinizione del perimetro delle zone soggette a rischio idrogeologico.
DIALOGO – La Roma, che ha affidato al direttore generale Baldissoni la leadership sulla questione dal momento che il presidente Pallotta a Roma non si vede dallo scorso settembre, si aspetta un confronto costruttivo, nel quale vengano elencati con precisione gli accorgimenti necessari all’approvazione del comune, con la conseguente votazione positiva alla variante sul piano regolatore senza la quale il progetto Tor di Valle, per come è concepito, non può essere portato a compimento. La Roma è disposta ad accontentare le richieste di aggiustamento, di riduzione delle cubature, naturalmente con conseguente decurtazione delle opere pubbliche come previsto dalla legge sugli stadi, ma non può accettare di costruire mantenendosi entro le prescrizioni dell’attuale piano regolatore, come vorrebbe Berdini: diventerebbe un investimento insostenibile.
BARRIERE – Sempre domani, intanto, giornata sotto tanti aspetti fondamentale per il futuro del club, si discuterà delle barriere dello stadio Olimpico: l’orientamento del governo, dopo l’intervento diretto del ministro Luca Lotti, è di favorirne lo smantellamento. Ma l’incontro in programma al Viminale con i dirigenti di Roma e Lazio e le istituzioni, prefettura e questura, servirà ad accelerare il processo. Aspettando Tor di Valle, meglio riempire l’Olimpico.