Il Romanista è stato il solo “contenitore” di romanisti che ha chiesto al Barcellona – purtroppo invano – di abbassare il prezzo del settore ospiti per i quarti di Champions League. Un amico diceva che, parametrando le cose, anche i 40 euro di Crotone sono un furto e forse è vero, ma in fondo la vedo diversamente. Al Nou Camp il settore ospiti è sulla Luna, peggio ancora che a San Siro, mentre all’Ezio Scida stai praticamente in campo. Certamente, lo stadio crotonese è – paragonato alle astronavi moderne – un campo da Lega Pro, ma se il costo del biglietto è parametrato al vedere la partita, posso ben dire che hanno più senso i 40 euro di Crotone che i 90 di Barcellona.
Detto questo, anche io mi sono cimentato con l’acquisto dei biglietti per la sfida del 10 aprile all’Olimpico e mi sono scontrato con il fatto che, se sei possessore della Club Home per il Campionato, non puoi acquistare il biglietto on line, sul sito della Roma. Questo aspetto credo debba essere evidenziato maggiormente sui comunicati per la vendita dei biglietti. È vero che c’è scritto, ma siccome ormai i comunicati sono molto lunghi la cosa passa inosservata. A quel punto il tifoso va sul sito della Roma, per questione di ansia clicca subito su “acquista i biglietti” e non sul link “info” e spende una buona mezzora a smadonnare sul perché non riesce a prendere il biglietto. Ora, se tecnicamente possibile, l’avviso dovrebbe essere riportato anche sulla pagina di acquisto, perché se trenta/quaranta persone chiamano il Roma Store nel giro di un’ora chiedendo tutte la stessa cosa, è evidente che questo tipo di comunicazione può essere migliorata.
In secondo luogo, nel 2018 e con il concetto di tessera del tifoso ormai del tutto superato è francamente impensabile che per esercitare un diritto di prelazione ci si debba fisicamente recare in un punto vendita, con tutti i fastidi del caso. La stessa Club Home, che pure un senso lo ha avuto in passato, così come la Away, per contrastare quell’ignominia chiamata tessera del tifoso, è ormai sorpassata e di fatto inutile per via dell’esistenza della Roma Card che ne ha le stesse caratteristiche.
Dal calcio alla musica e ritorno
Detto questo, un piccolo suggerimento, dettato dall’esperienza di chi gira per l’Europa non solo al seguito di una squadra di calcio ma anche di gruppi musicali. In Inghilterra, per i concerti, chi acquista un biglietto in prevendita non paga di più, ma paga meno. Questo consente di ampliare la prevendita e di riempire i locali con grande anticipo, visto che “at the door” si pagherebbe di più. È una soluzione che potrebbe essere valutata anche da noi, non solo per i concerti ma pure per il calcio: se ci riescono lì – e sono maestri su queste cose – non vedo perché non si possa fare qui. In secondo luogo, per alcuni concerti importanti, vengono stampate due tipologie di biglietti cartacei: uno classico, un altro da collezione. Quello da collezione costa un paio di sterline in più. Ad esempio, a luglio suoneranno i Cure ad Hyde Park e, non apprezzando il biglietto cartaceo stampato sul formato A4, mi sono comprato quello da collezione, con il lieve sovrapprezzo di cui ho detto.
Io credo, sempre in un’ottica di marketing e per quel che può valere, che per partite di una certa importanza questa cosa si possa fare anche a Roma: un conto è un pezzo di carta spiegazzato, un conto un biglietto da conservare. Oltre a ciò, io credo che la Roma potrebbe incrementare le presenze allo stadio invertendo i fattori: i tifosi, al tempo d’oggi, vanno presi per mano e portati allo stadio. Non è più sufficiente sapere, chessò, che c’è Roma-Fiorentina per far sì che il tifoso impigrito di iniziativa si vada a comprare il biglietto, magari anche solo andando sul sito della Roma. Prima di ogni partita io invierei ad ogni potenziale acquirente di biglietti, perché immagino ci sia un database di nominativi, una e-mail commerciale con la quale lo si invita a cliccare sul link e a comprare un biglietto, magari a costo agevolato.
Sono delle piccolezze, forse, ma credo che anche da queste piccole cose una Società acquisti molto. Per finire, un appello ai padri romanisti: il 10 aprile, all’Olimpico, evitate di far vestire ai vostri figli la maglia di Messi. Abbiamo quella giallorossa, nella gioia e nel dolore.