Un’ora di spiegazioni della Roma, con la Uefa ad ascoltare. Ieri la «triade» di dirigenti giallorossi Baldissoni-Gandini-Francia si è presentata davanti alla Commissione di controllo finanziario dei club negli uffici di Nyon, per illustrare il bilancio chiuso in perdita il 30 giugno 2017, sforando uno dei quattro paletti imposti dal Fair Play Finanziario, e le strategie per rientrare nei parametri la prossima estate. Intorno alle 13.30, i rappresentanti del club di Pallotta hanno parlato davanti ai componenti di varie nazioni che fanno parte della commissione. Clima cordiale, dicono, e nessuna risposta com’era previsto. Nei mesi scorsi la Roma ha inviato una serie di documenti per aggiornare l’Uefa sulla situazione economico-finanziaria della società, ieri è stata l’occasione per spiegare come si è arrivati a quei numeri, una perdita di 42 milioni che pesa però di meno nei calcoli del FFP, nonostante le cessioni di Salah, Rudiger e Paredes della scorsa estate.
Se fosse partito Manolas e non il tedesco, la plusvalenza sarebbe stata maggiore e la Roma sarebbe riuscita a chiudere in linea con quanto previsto nel «settlement agreement» firmato con l’Uefa a maggio 2015. Era previsto il pareggio di bilancio allo scorso 30 giugno, condizione che a questo punta diventa obbligatoria nell’esercizio in corso. Non basteranno Emerson e Moreno, ma sarà necessario vendere ancora almeno un pezzo. I dirigenti romanisti sono comunque tornati da Nyon con lo stesso ottimismo con cui erano partiti. L’Uefa si esprimerà tra fine aprile e inizio maggio e l’eventuale sanzione non dovrebbe andare oltre una multa e, al massimo, una riduzione della rosa per le coppe europee.