«In fondo a Vigo un bel gol di destro l’ho fatto…». Bruno Conti ci ha scherzato spesso su quella rete realizzata nella città dove stasera giocherà la sua Roma. L’esperienza era un po’ più importante e per Conti, spesso, è stato impossibile non ricordare quei freddi giorni spagnoli. Freddi come clima, nonostante fosse estate, e freddi per i tre pareggi che stavano quasi per sbattere l’Italia fuori dal Mondiale. La storia poi è nota: la squadra di Bearzot entra in silenzio stampa, si qualifica per il rotto della cuffia contro il Camerun, poi cambia città e spirito e si ritrova a diventare campione del mondo.
DOLCI RICORDI – In attesa che un’altra Italia, quella di Ventura, torni a Madrid per giocarsi la qualificazione al Mondiale in Russia, le parole di Bruno Conti su Vigo sono sempre state cariche di orgoglio e, a tratti, nostalgia: «Eravamo nel nostro hotel, soli contro tutti. Sembrava molto pesante, ma a Vigo sono legati anche bei ricordi perché ci siamo fatti delle grandi risate». Bruno Conti ne ha parlato spesso in passato: un luogo austero, la Casa del Baron, in Pontevedra, sulla strada di Santiago de Compostela, che oggi affitta le sue stanze per poco più di 100 euro a notte. È stata rimodernata, ma è sempre la stessa, come sempre lo stesso è lo stadio Balaidos, dove alle pareti del museo ci sono le immagini dei campioni del 1982, ma in fin dei conti a Vigo città Conti e i suoi compagni non c’erano quasi mai.
GRAZIE BARONE – I giocatori dell’Italia uscivano raramente e pure se l’azzurro del cielo non si vedeva quasi mai e le ore scorrevano «davvero lente» Conti e gli altri campioni del mondo hanno sempre ricordato con enorme affetto la Galizia e le sue, improvvise, folate di vento, che sanno poco di Spagna e tanto di Nord Europa. Lui poi, in particolare, non può non sorridere pensando a quella rete al Perù, che al sito della Nazionale italiana, qualche tempo fa, ha descritto così: «Devo essere onesto: il destro lo usavo pochissimo, tutto sommato ho fatto sempre tutto col mancino, anche se mi è venuto fuori quel gol che è stato importantissimo per me e per tutti. L’insegnamento è di Liedholm, che mi faceva palleggiare sia di destro che di sinistro, finiti gli allenamenti mi teneva lì a calciare di destro». E infatti dopo quella rete, un po’, il pensiero corse anche all’allenatore più importante della sua carriera.
UNA SIGARETTA SPECIALE – Importante, importantissimo, lo è stato anche Bearzot, che capiva e assecondava i calciatori, come Conti svelò raccontando proprio un aneddoto di Vigo: «Non ho mai dormito molto prima delle partite. Anche al Mondiale fu così. Ero in camera con Giovanni Galli, lui alle dieci dormiva beato. Io ogni tanto fumavo una sigaretta e andavo al bagno per non disturbarlo. Senza accendere la luce ho dato una botta con la gamba al comodino. Il giorno dopo Bearzot mi ha fatto mettere in camera singola».
NOSTALGIE – Unica pecca: a Vigo era senza moglie, figli e amici di Nettuno, che lo raggiunsero dopo il primo turno: «La famiglia mi mancava, i miei amici fecero tanti sacrifici per raggiugermi. ma alla fine anche grazie a quel vuoto mi sono unito tanto ai miei compagni». E quindi, ancora, ecco i dolci ricordi di Vigo.