Serata difficile a San Diego
Certo, non abbiamo ottenuto il risultato che volevamo contro gli Spurs, ma non credo che dovremmo sbatterci troppo la testa. Abbiamo provato alcune soluzioni e sono stati tanti i giocatori schierati per testare lo stato di forma a questo punto della preparazione. E poi, abbiamo creato tante occasioni secondo me. Io ho giocato nel secondo tempo, non abbiamo fatto una brutta partita, anzi. Certo, il risultato è quello che è, ma non credo che spieghi come sia andata veramente la partita.
Personalmente, penso di aver fatto bene – anche perché erano anni che non giocavo contro una squadra molto importante come il Tottenham. Non ero nervoso, ma poco prima del fischio d’inizio ho sentito scorrere l’adrenalina, la tensione – ero di nuovo emozionato. Prima di entrare in campo mi sono guardato intorno e ho pensato: “Grazie Dio, giocherò in questa partita!”. Una volta cominciata e una volta entrato in campo, mi sono soltanto concentrato sul match, mi sono detto “Dai Ante, gioca! Gioca!”.
Ho parlato con il Mister il giorno prima della partita e mi ha detto: “Vorrei metterti in attacco sulla sinistra, è un problema?” e io ho risposto: “Per me non sarebbe un problema nemmeno se mi mettesse come terzino destro! Sono un giocatore della Roma e giocherei ovunque in campo!”. Poi, mi ha spiegato nello specifico cosa avrei dovuto fare, cosa che mi ha aiutato tantissimo. Ho già giocato in quel ruolo quando ero in Croazia, ma in un ruolo più limitato, e sicuramente non così avanzato sulla sinistra. Poi, nel corso della partita, mi ha dato un sacco di istruzioni, mi diceva sempre “Vai, vai, vai!” per andare a pressare il difensore. È proprio questo ciò di cui ho bisogno per continuare a crescere, so di dover migliorare e voglio farlo, così, forse, un giorno potrò essere come Kevin Strootman!
“La partita è stata favolosa anche perché sulla maglia c’era il mio nome, e per me era la prima volta. Ero davvero emozionato da questa cosa! Ma ciò che mi ha colpito ancora di più è che ci fosse anche l’accento sulla C, non me lo sarei mai aspettato. Me la sono portata a casa e la conserverò tra i miei ricordi.”
Il rapporto con la stampa
“Già di per sé non è facile per la lingua, ma di solito non leggo mai quel che la stampa dice su di me o sulla mia squadra. Non lo facevo nemmeno in Croazia perché ho avuto qualche problemino dato dal fatto che le mie dichiarazioni venivano riportate in modo sbagliato. La gente diceva che io ero arrogante a causa delle cose sbagliate che leggeva, mentre invece l’arroganza è proprio una carattesristica che non mi appartiene. Per me è stato un incubo: mi si può chiamare in tanti modi, ma non sono arrogante. La mia famiglia e i miei amici lo sanno bene, perciò, ha smesso di leggere i giornali, adesso le uniche cose che vedo sono su Instagram – con la gente che dice “Che bravo Ante Coric” o “Molto bene” nei miei post.
“L’altro giorno ho sentito che Kevin Strootman stava parlando di me, dicendo che io gli avevo detto che avrei voluto fare un tunnel a uno dei veterani ma poi mi sono tirato indietro. Ed è vero. In allenamento ho fatto dei tunnel a diversi compagni, pure a Javier Pastore – ma non ci sono rimasto bene. Gli ho chiesto subito scusa, è un grande giocatore e lo rispetto tantissimo e poi mi sono detto “Basta, non farlo più”. Perché in campo è come un riflesso: quando penso in un lampo a come saltare l’avversario, a volte il tunnel è il modo migliore, ma dopo un paio di volte mi sono detto basta – questi sono grandi giocatori che rispetto tantissimo, quindi è meglio perdere palla in allenamento piuttosto che dare una brutta impressione. Queste cose non le devo fare in allenamento, le devo fare in partita.
“Non mi ero reso conto che il presidente avesse speso parole di elogio per me alla radio l’altro giorno – beh, almeno non fin quando ho scritto questo diario – ma queste sono le cose che voglio sentire! Per me vuol dire tanto, e spero di meritarmi sempre più ammirazione in futuro.”
Un’emozione continua
“Martedì è stato pubblicato il calendario della Serie A, è un buon calendario, anche se è un po’ tosto. La prima sarà contro il Torino; l’anno scorso ho guardato spesso la Serie A e so che si tratta di una squadra forte e pericolosa, gioca un po’ come giochiamo noi, aggredisce e pressa e, forse, punta più sul contropiede. È una formazione molto pericolosa, ma non vedo l’ora che arrivi quel momento. Certo, prima ci sono Barcellona e Real Madrid, ma noi ci stiamo preparando al debutto in Serie A. Già vedere il calendario delle partite è una bella emozione, come sapere già quando andremo a San Siro o quando vivrò il mio primo derby della Capitale. Spero di farmi trovare pronto e di essere convocato per l’occasione e godermelo fino in fondo. Solo a parlarne mi viene la pelle d’oca!
“In generale, trascorriamo giornate sfiancanti, anche se abbiamo un po’ di tempo libero, specialmente dopo pranzo. Di solito mi piace dormire, ma facciamo anche delle cose divertenti, come la Sfida della Pallina da Tennis. Non sono andato benissimo, ma pensavo soltanto a divertirmi piuttosto che a fare un buon punteggio, facevo lo stiloso utilizzando l’interno del piede. Il calcio è bellezza e risultato, quindi, se l’avessi fatto in modo noioso sena rischiare, sarei arrivato facilmente a 80 o 90 palleggi, ma non mi interessava vincere.
“La sera, dopo cena, abbiamo un po’ di tempo prima del coprifuoco e io, Bianda, Kluivert e Schick di solito lo trascorriamo giocando a Fortnite o a FIFA. Diciamo subito che William non è un fenomeno a Fortnite, su FIFA se la cava abbastanza bene – certo, contro di me perde sempre, ma è bravino – ma Fortnite non fa per lui. Se sono il migliore a Fortnite? Non lo direi mai, come per il campo, sta agli altri giudicare. Forse dovreste chiedere a Patrik o a Justin, ma diciamo che forse potrebbero nominarmi.
“I giorni passano molto velocemente, la partita contro gli Spurs è stata un bello spettacolo e ora ci aspetta il Barcellona. Bellissimo, non vedo l’ora.”