Se (non) giochiamo così perdiamo pure con l’Entella. E quella con l’Entella è tra le partite più importanti che la Roma dovrà giocare, almeno lo è per i tifosi, per quelli che ci tengono alla Coppa Italia, che ci tengono alla Roma. A oggi è l’unica partita che possiamo pensare di vincere, ma – ad oggi – anche di non riuscire a farlo. Ogni partita della Roma è importante perché gioca la Roma. Anche quella di ieri, che non valeva niente per la classifica, e invece ha significato tanto: che se continuiamo così perdiamo pure con l’Entella. Anche prima dei rigori. Che così non si può continuare. Che non ce la facciamo veramente più. È frustrante.
Ieri la Roma è riuscita a rovinarci un’altra giornata, pure una di quelle che sembravano invece fatte apposta per alleviarci dall’angoscia di questi giorni. Invece un altro fastidio, un’altra sensazione di spirale negativa che a un certo punto (abbastanza presto) ti prende e sai già dove ti porta: esattamente dove avevi paura di finire. È frustrante, irritante, così non si può andare avanti. E quindi? E quindi boh. È la Roma che deve dare delle risposte perché è la Roma che deve farsi le domande giuste. Qui nessuno è giustizialista, tantomeno con Di Francesco campione d’Italia, persona per bene (ma poi chi siamo noi per giudicare una persona, ci mancherebbe altro: massimo rispetto) e tecnico di una squadra semifinalista di Champions, ma quello che si vede si vede, anche quello che non si vede si vede. E anche quello che si sente o non si dice sembra chiaro.
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