Dettagli. Che sono poi la differenza. Eusebio Di Francesco sta curando anche le sottigliezze nell’estate in cui sta scoprendo la Roma da allenatore. Per dirne una: ha fatto provare i rigori sia a Detroit, prima dell’amichevole con il Psg che guarda caso è finita proprio a chi sbagliava di meno, sia a Boston nell’allenamento di rifinitura precedente alla partita con il Tottenham. Perchè la mentalità della squadra dev’essere sempre la stessa: provare a vincere ogni partita, immettendo nel gioco per quanto possibile lo stesso spirito propositivo, abituandosi a non snobbare gli avversari anche durante la preparazione estiva.
TENTATIVI – Del resto si sa come funziona: se vincere aiuta a vincere, vale anche il contrario. E così l’applicazione sul campo chiesta da Di Francesco è massimale in ogni seduta di lavoro. Come sui calci piazzati, sia in fase difensiva (a zona) che in fase offensiva. Considerando che circa un terzo dei gol totali viene realizzato grazie alle palle inattive (rigori inclusi) la Roma sta cercando di esercitarsi per essere più pericolosa da una parte e più protetta dall’altra. Lo scorso anno Spalletti denunciava la carenza di gol sui calci piazzati, pur disponendo di un ottimo potenziale di saltatori. Di Francesco vuole cancellare questa lacuna.
OTTIMISMO – Ieri intanto, prima della sfida con il Tottenham, ha fatto il punto della situazione. «L’atteggiamento dei giocatori in allenamento mi soddisfa pienamente – le sue parole a Roma Tv -, e io mi sto impegnando per trattare tutti come titolari, compresi i giovani. E’ facile allenare quelli che giocano sempre ma nel calcio contemporaneo è impensabile non effettuare rotazioni. Tanto più se hai molti calciatori di livello in organico, è conveniente aumentare la competitività con due figure per ruolo che possano alternarsi».