Avvocato, dopo gli incidenti di Juve-Milan con cui si è chiusa la vecchia stagione, la nuova si è aperta con 50 Daspo nelle prime gare: che scenario si sta prospettando nel “nuovo” Olimpico?
“Lo scenario è rappresentato da uno stadio Olimpico che ormai ospita solamente 27-28 mila persone, appena un terzo della propria capienza. C’è stato un ulteriori calo di abbonati negli ultimi due anni, dovuti al fatto che i tifosi sono stanchi di quelle regole che vengono applicate in modo fin troppo certosino: facendo un esempio, è come se un vigile urbano chiedesse agli automobilisti di rispettare a menadito il codice della strada. Ovviamente questo sarebbe un discorso corretto, ma allo stesso tempo la città potrebbe paralizzarsi! Le multe continuano ad arrivare, le persone sono scoraggiate da un pericolo di Daspo che può avere conseguenze persino in ambito lavorativo”.
Come mai c’è stata una falla della gestione della finale di Coppa Italia, mentre per chi non rispetta il proprio posto allo stadio è punito con una certa severità? “Il sistema di gestione dell’ordine pubblico va in difficoltà appena si esce dall’ordinario e scatta un’emergenza, bisognerebbe conoscere un pochino meglio l’ambiente in cui si lavora per poter gestire meglio le cose, senza dover ricorrere a regole che sembra parossistiche. Ciò che è avvilente è che queste multe siano mirate verso chi cerca di fare, in maniera non del tutto ortodossa, del calore e del colore allo stadio, trascinando il resto dello stadio nel grigiore”.
I tifosi della Roma sono andati in giro per l’Europa, mentre i laziali si sono presentati in oltre mille 1000 unità a San Siro ed in entrambi i casi il loro comportamento è stato ineccepibile: cosa cambia, a questo punto, tra casa e trasferta? “A Roma si vuole, per le partite in casa, produrre un altro tipo di tifoso, che rispetta a menadito delle norme, anche assurde, che sono contenute nel Regolamento d’uso dello stadio Olimpico che vi invito a leggere: a quel punto avremo un teatro vuoto ed inutile che sarebbe più confacente più ad un cinema che ad un teatro stesso. Cosi si ritiene di aver pacificato la situazione, ma il prezzo è che nessuno più si diverte all’Olimpico”.
Il presidente Pallotta, al suo arrivo a Ciampino lo scorso anno 9 settembre, ha asserito che per le barriere in Sud la società ha le mani legate. Allo stesso tempo, il direttore generale Baldissoni ha ammesso che il club sta prendendo in analisi di lasciare l’Olimpico: cosa deve augurarsi il tifoso della Roma? “I tifosi di Curva si augurano che la Roma lasci l’Olimpico. Io, per esempio, mi auspico che la Roma non solo abbandoni l’Olimpico, ma che lasci anche la città per trasferirsi in una città più vicina. Naturalmente questo non è possibile farlo, perché si danneggerebbe cosi gli altri abbonati, ma la provocazione è stata giusta, perché si è provato a far capire che la misura è ormai colma. Non si può continuare con questa politica, con le pessime situazioni strutturali dell’Olimpico, dove a Roma-Sampdoria abbiamo visto dei torrenti in Sud e mi chiedo come ancora sia possibile giocare in questo stadio”.
Ad inizio mese si è aperta la conferenza dei servizi: con il nuovo stadio della Roma, la situazione potrebbe migliorare per la parte più accesa del tifo giallorosso? “Se alla conferenza dei servizi ci sono le stesse persone che garantiscono l’ordine pubblico a Roma, allora stiamo dalla padella alla brace. È preferibile avere uno stadio di proprietà, perc*è tutte queste imposizioni saranno certamente inferiori, ma si dovrà settorializzare la Sud in tanti piccoli spicchi, credo che sarà molto difficile riempire quel tratto di spalti”.
Come finirà tutto ciò? “Male per coloro che erano abituati a quel tipo di calcio colorato e pieno di tifo: ora allo stadio, per esempio, mio figlio si annoia”.