Riforma del Coni, revisione dei parametri di distribuzione tra i club di Serie A dei proventi tv, interventi sulla giustizia sportiva, sulla pirateria, sui concorsi pronostici (addio al Totocalcio) e a favore dell’impiantistica. Il quadro delle misure contenute nella legge di bilancio per il 2019 approvata, dopo il varo del maxi emendamento, alla fine dello scorso anno è piuttosto composito. Ma è solo l’avvio del processo di riforma che il Governo intende completare a breve con un disegno di legge ad hoc.
La riforma del Coni Dopo le polemiche suscitate dalla presentazione del provvedimento e le febbrili discussioni delle scorse settimane tra il sottosegretario alla Presidenza con delega sul settore Giancarlo Giorgetti e il sottosegretario Simone Valente da un lato e il Coni guidato dal presidente Giovanni Malagò dall’altro, il testo emendato conferma la nuova ripartizione delle competenze con la nascita della Sport e Salute, società del ministero dell’Economia che prende il posto della Coni Servizi, braccio operativo del Comitato olimpico. I finanziamenti dal 2019 saranno pari al 32% delle entrate derivanti dalle imposte versate per la gestione di impianti, club, palestre e attività sportive i genere, con un minimo “garantito” di 410 milioni annui.
Come già disposto originariamente al Coni andranno solo 40 milioni per auto-sostenersi e per la preparazione olimpica. Una quota non inferiore a 368 milioni annui andranno alla Sport e Salute che, in pratica dal 2020, finanzierà federazioni, discipline associate, enti di promozione e gruppi militari (280 milioni). Sport e Salute sarà guidata da due consiglieri e un presidente di nomina governativa. Tuttavia, la mediazione delle scorse settimane ha indotto a stabilire che il finanziamento delle federazioni avvenga «anche sulla base degli indirizzi generali adottati dal Coni in armonia con i principi dell’ordinamento sportivo internazionale» per evitare imbarazzi con il Cio e i suoi principi di indipendenza. L’assegnazione delle risorse – qualificate come «contributi pubblici» ed esenti da Iva – dovrà avvenire attraverso «un sistema separato ai fini contabili ed organizzativi» e con l’integrazione del Da di Sport e Salute con un membro designato dal Coni.
Ricavi tv e vivai Su questo fronte il Governo ha accolto le istanze della Lega di Serie A rispetto alla prima formulazione dell’intervento. Nel maxi-emendamento tuttavia vengono ritoccati quasi tutti i criteri della Melandri, già rivisti dal Governo Gentiloni e dall’allora ministro dello sport Luca Lotti nel 2017 e che debutteranno in questa stagione. I soldi ottenuti dalla cessione dei diritti tv per il triennio 2018/21 da destinare ai club di Serie A sono pari a 1,2 miliardi al netto della mutualità interna. Fino al 2020/21 perciò il 50% degli introiti va ripartito in parti uguali, il 30% sulla base dei risultati e il 20% del radicamento sociale. L’emendamento “Giorgetti” collega invece alle performance il 28% (contemplando la classifica e i punti dell’ultimo campionato, i risultati degli ultimi cinque campionati e quelli conseguiti a livello nazionale dalla stagione 1946/47), e al radicamento il 22 per cento. In particolare, il 17% dipenderà dal pubblico pagante nei match casalinghi negli ultimi tre campionati e dall’audience tv certificata.
Il restante 5% dai «minuti giocati nel campionato di serie A da giocatori di età compresa tra 15 e 23 anni, formati nei settori giovanili italiani e che siano tesserati da almeno 36 mesi ininterrotti per la società presso la quale prestano l’attività sportiva, comprendendo nel computo eventuali periodi di cessione a titolo temporaneo a favore di altre società partecipanti ai campionati di serie A odi serie B o delle seconde squadre in serie C». Il 5% andrà quindi alle società presso le quali il giocatore sia stato tesserato in Italia dai 16 anni «in proporzione alla durata del tesseramento presso ciascuna di esse». Viene affidato a un decreto del Presidente del Consiglio (da emanarsi entro il 30 giugno 2019) il compito di dettagliare questi nuovi parametri. Tutte queste novità, come detto, scatteranno dalla stagione 2021/22 (nel frattempo la Serie A si è impegnata a destinare il 5% del valore dei trasferimenti ai club che hanno formato gli atleti sul modello Fifa).
Le altre misure Il Governo intende riformare i concorsi pronostici sportivi. Il 12% delle entrate dei nuovi concorsi andranno a Sport e Salute. Nel maxi emendamento poi sono riassegnate le risorse in favore del fondo Sport e Periferie e viene regolamentato il “bonus sport” (riconoscimento di un credito d’imposta pari al 65% delle erogazioni liberali effettuate da privati nel 2019 per interventi di manutenzione e restauro di impianti sportivi pubblici e per la realizzazione di nuove strutture pubbliche) fino al 20% del reddito per persone fisiche ed enti non commerciali e al 10 per mille dei ricavi annui per i soggetti titolari di reddito d’impresa. Per evitare le incertezze di un rimbalzo tra giustizia sportiva e amministrativa che hanno caratterizzato anche la scorsa estate, viene sancita la giurisdizione esclusiva del Tar Lazio sulle «controversie, anche in corso, aventi ad oggetto i provvedimenti di ammissione ed esclusione dalle competizioni». Infine, i licenziatari dei diritti tv potranno agire in giudizio con più forza per bloccare ogni forma di “pirateria”.