A conti fatti si può dire che gli è andata bene. Due giornate di squalifica, esattamente come a Bonucci per la gomitata rifilata ad Aleandro Rosi in Milan-Genoa. Daniele De Rossi, così, sarà costretto a saltare le due prossime sfide di campionato, quelle in programma venerdì prossimo all’Olimpico contro la Spal e il 10 dicembre a Verona, contro il Chievo. Due partite consecutive (anche se di mezzo c’è la sfida di Champions League contro il Qarabag) in cui la regia della Roma passerà di mano. Da De Rossi a Gonalons, in attesa poi di vedere cosa succederà dopo. Possibile che De Rossi giochi proprio la sfida con il Qarabag, di certo Gonalons nelle prossime due giornate di campionato si gioca una bella fetta di futuro. Intesa come credibilità, fiducia. E anche come aspettative.
LA SITUAZIONE – Ieri dunque è arrivata la squalifica attesa per De Rossi. «Condotta gravemente antisportiva per avere, con il pallone non a distanza di gioco, colpito con uno schiaffo al volto un calciatore della squadra avversaria, senza procurargli danni fisici», la motivazione addotta dal giudice sportivo. La Roma non presenterà ricorso per un’eventuale riduzione della squalifica e lo stesso De Rossi pagherà la multa, commisurata al regolamento interno del club stilato ad inizio stagione. Ieri, del resto, a Trigoria si è cercato di andare oltre, iniziare a pensare alla Spal e mettere da parte quanto successo domenica pomeriggio a Genova. Iniziando proprio a consegnare le chiavi del gioco a Gonalons. Che, finora, di partite ne ha fatte poche, in tutto 7 tra campionato e Champions (contro le 13 disputate invece del capitano giallorosso), alcune delle quali per bassi minutaggi.
IL CONFRONTO – Ma come cambia la Roma passando da De Rossi a Gonalons? «Ci sono delle differenze a livello di caratteristiche tra i due – ha detto Eusebio Di Francesco parlando del dualismo in regia – Maxime ha una gamba differente, Daniele tatticamente è più preparato, soprattutto ad affrontare un certo tipo di partite. Per me però sono due titolari che deciderò di far giocare di volta in volta in base anche all’avversario che andremo ad affrontare». Non sarà questo il caso, ovviamente. Giocherà Gonalons, che rispetto a De Rossi tende a difendere più alto, attaccando l’avversario. Daniele, invece, è abituato a giocare un po’ più basso, più di regia.
LE DIFFERENZE – Andando a studiare i dati del campionato, però, emerge subito un fatto interessante. Al contrario di quanto fosse facile pensare, infatti, De Rossi finora ha verticalizzato di più di Gonalons (20,30 volte a partita contro le 17,50 di Maxime e una media ruolo di 10,69), anche con una frequenza di passaggi lunghi riusciti più alta del francese (6,60 a gara contro 3,75, media ruolo ferma a 1,96). Dati in controtendenza, almeno in assoluto. Più in generale De Rossi recupera anche più palloni del centrocampista francese (6,20 contro 5,75) e completa più intercetti (2,50 contro 1,50). Gonalons, invece, è più efficace nei contrasti vinti (1,25 contro 0,70) e più bravo nello stretto (i dribbling riusciti sono 1,50 a partita contro lo 0,50 del capitano della Roma). Sostanzialmente in parità, invece, le palle perse (10 per Gonalons, 10,50 per De Rossi). Tutto questo, insomma, per capire come davvero siano due modi diversi di interpretare lo stesso ruolo. Basti pensare, ad esempio, che il giocatore con cui dialoga di più in assoluto Gonalons è Perotti (22 i passaggi effettuati verso l’argentino), mentre quello a cui ha consegnato più passaggi De Rossi è Kolarov (66). Tanto per ribadire come il francese abbia una tendenza maggiore a guardare in avanti rispetto a De Rossi. Sfumature, direbbe qualcuno. Ma sfumature che cambiano anche il modo di giocare della Roma. Se poi, alla fine, sia più efficace con Gonalons o con De Rossi lo si saprà solo alla fine. Per ora, con il capitano della Roma ai box, tocca al francese. E in queste due partite deve dimostrare di poter cambiar volto alla squadra.