È stato ribattezzato l’uomo Champions: il 28 maggio con la rete al Genoa ha trascinato la Roma nell’Europa dei grandi e ieri tra le 16 migliori squadre del Vecchio Continente. Diego Perotti si gode il passaggio del turno che fa ricco Pallotta: entreranno nelle casse del club circa 20 milioni tra bonus qualificazione e market pool (nel caso in cui passerà agli ottavi anche il Napoli, altrimenti la cifra potrebbe lievitare). L’argentino si è così guadagnato il rinnovo contrattuale, che arriverà nelle prossime settimane: un aumento di ingaggio da 1,8 milioni a 2,1 con scadenza nel 2021. Un sogno per il centravanti argentino, rimasto nella Capitale proprio grazie a Di Francesco, e che con lui è tornato in nazionale: «Stiamo vivendo un momento bellissimo. Nessuno ci credeva all’inizio, ma abbiamo lavorato tanto e ce lo siamo meritato. Il Qarabag? Erano tutti dietro, sembrava si giocassero qualcosa. Hanno fatto la loro partita, ma non abbiamo perso la testa. Di solito questi match sono pericolosi, ma adesso ci godiamo la vittoria», ha detto a Premium Sport.
DA GRANDI – Alla vigilia della partita Daniele De Rossi ha parlato dell’importanza della qualificazione per dare una nuova immagine alla Roma in Europa. Così è stato. I giallorossi si sono comportati da grandi e il centrocampista di Ostia ha contribuito all’impresa giocando nel girone tre gare da titolare (Atletico Madrid, Chelsea e Qarabag all’Olimpico) e raggiungendo la sesta qualificazione agli ottavi di Champions in carriera (nel 2007, 2008, 2009, con Ranieri nel 2011 e Garcia nel 2015): «Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile, il finale è quello che tutti sognavamo. È importante per la nostra autostima. Siamo felici, arrivare primi ripulisce la nostra immagine dalle batoste che abbiamo preso in passato». Tra i protagonisti dell’impresa Eusebio Di Francesco: «È un allenatore che mi ha dato di più in carriera. Lui ci ha portato ad affrontare ogni squadra con la stessa intensità e atteggiamento». A fare i complimenti alla Roma anche il presidente Pallotta dagli Stati Uniti: «È proprio una grande squadra». Inevitabile una domanda a Monchi sul mercato di gennaio: «Manca ancora un mese. Abbiamo un piano che non deve cambiare. Aspettiamo Emerson e Schick che sono importanti».