Partiamo dallo Juventus Stadium: lì si continua a perdere. Sono più forti o c’è sudditanza?
“La Juventus ha giocatori fortissimi, se vincono da 5-6 anni di seguito vuol dire che sono più forti. Noi abbiamo fatto la nostra partita. Meno bene nel primo tempo, meglio nel secondo. Un po’ tutti soffrono la Juventus. Un pareggio poteva starci, ci avrebbe portato a vedere questo inizio di stagione in maniera differente”.
Sul gol di Benatia abbiamo visto la ferocia di Benatia, con i difensori della Roma fermi. Ferocia e arrendevolezza: è una forzatura secondo te? “Sì, perché poi Benatia è quello che passa la palla a Schick e sembra arrendevole in quella circostanza. O la stessa mia palla per Florenzi quando prende la traversa era una palla in cui due difensori della Juve si bloccano. Non abbiamo sfruttato le occasioni. Szczesny è stato bravo su Schick. Benatia è stato cattivo in quella circostanza, è vero, ma farne un discorso di squadra e mentalità è sempre troppo legato al risultato finale”.
Quindi la sudditanza la togliamo di mezzo? “Secondo me siamo andati anche a prenderli bene per fare la partita aggressiva. Con le squadre forti ogni tanto non riesce, con le altre è più facile che sbaglino i passaggi sulle tue pressioni. È tutto diverso in base alle qualità”.
Questo gruppo della Roma ti sembra pronto e maturo per iniziare a vincere qualcosa? “È un percorso lungo. Vincere è una parola di cui non si deve abusare. Me l’ha insegnato un allenatore a cui devo tanto e che stimo molto: Antonio Conte. Lui si arrabbiava quando si parlava di vincere. Non puoi basare le ambizioni di una squadra su una partita sola, soprattutto quando vai a giocare contro una squadra molto forte che vorremmo raggiungere”.
Che qualità ha aggiunto Di Francesco a questo gruppo? “Ne ho parlato spesso. Potrei parlare semplicemente dei punti. L’altro anno avevamo un allenatore magnifico e abbiamo fatto un campionato strepitoso, e guardando la classifica potremmo aver fatto più punti al giro di boa. Considerando anche il maledetto recupero. Questo potrebbe mettere tutti a tacere, poi sta dando un’impronta facilmente riconoscibile: aggredire tutti, che sia la Juve o il Sassuolo, non ti rende prevedibile questo. Lui ci fa lavorare su certe pressioni, da questo punto di vista stiamo ottenendo tanto e anche sulla solidità difensiva”.
C’è una leggera involuzione sulla capacità di andare in gol. “Dirò una banalità, ma questo è un discorso di squadra, di episodi, di supporto ai giocatori offensivi. Anche un pizzico di fortuna, o di stanchezza che arriva a fine anno dopo tante partite. Non vedo un problema grave. Creiamo un po’ meno, non possiamo solo attaccarci alla fortuna, ma non vedo una situazione preoccupanti. I nostri attaccanti sono forti e torneranno a segnare”.
Dzeko? “È un attaccante facilissimo da giudicare, un campione assoluto. Anche quando non fa gol, aiuta la squadra in maniera incredibile. Il fatto che la squadra stia producendo meno, non lo aiuta. Lui ha bisogno di presenza di area, di manovra, perché agisce in quella zona di campo. L’anno scorso faceva gol appena la toccava, è vero, ma comunque secondo me sta facendo un’ottima stagione”.
Lotta scudetto: meglio Juve o Napoli? “Sono due anni che dico che il Napoli è la squadra più accreditata per vincere, mi piace come giocano. La Juve però è sempre lì, dobbiamo per forza ripartire da una Juventus favorita. Un passo dietro metto il Napoli e noi, il campionato poi è lungo e ci sono tanti scontri diretti. Nulla è deciso, ma dobbiamo stare calmi nel fare proclami dopo qualche vittoria consecutiva, dobbiamo giocarcela contro grandissime squadre. Questo va anche a periodi, se avessimo parlato due settimane fa avremmo messo l’Inter prima del Napoli. Abbiamo perso qualche punto, ma ora ci sono partite da vincere assolutamente per riavvicinarci alle squadre davanti”.
Parliamo di Nazionale. Gli spifferi usciti sono veri? “Sono state dette tante cose intorno a quella partita, anche sul fatto che io mi fossi rifiutato di entrare, cosa mai successa. Quei battibecchi succedono sempre, dopo un secondo mi sono andato a scaldare ed ero pronto ad entrare. Scollamento? C’è stato un momento di grande tensione e nervosismo, sapevamo che la situazione era molto delicata. Eravamo convinti di poter raggiungere la qualificazione. C’è stato qualcosa che non dovrebbe mai uscire dagli spogliatoi, non mi piace parlarne. Non credo sia giusto, penso sia grave che vengano fatte uscire queste cose. C’è stato grosso nervosismo e credo fosse anche comprensibile. Pensavamo di uscirne fuori e non ci siamo riusciti. In campo potevamo fare meglio. Se penso di non poter giocare quest’estate il Mondiale per una riunione turbolenta parto dal presupposto sbagliato”.
Il profilo giusto per rilanciare il calcio italiano? Il presidente della Figc? “Non lo dico perché è mio amico, ma Tommasi ha dato un’immagine diversa sia da calciatore che da dirigente. Con lui vai sul sicuro. Non mi è piaciuto nemmeno quando si è gettata tutta la croce su Tavecchio. Ha fatto uscite fuori luogo, ma negli anni ha fatto il dirigente. Non poteva fare miracoli. Ne ha fatti nella prima stagione. Per i risultati ottenuti nella gestione Conte. Bisogna essere coerenti. Ha fallito, come abbiamo fallito tutti quanti”.
Totti dirigente ti sta piacendo? “Sì sì. Mi piaceva più calciatore quando aveva 28-29 anni e mi faceva vincere le partite. Secondo me si sta ambientando bene, anche perché ha un ottimo rapporto con Monchi. Lo aiuta a sentirsi a casa. Ha trovato il suo posto ideale”.
Gli auguri li fai al Var o a Lapadula? “La Var non è ancora perfetta, ma negli anni ci darà grosse soddisfazioni e grande tranquillità in campo nell’accettare delle decisioni. Nel football americano è una cosa normale e automatica. Ci vorrà un po’ di tempo, sì, il calcio è uno sport con regole più interpretabili, ma leverà i dubbi”.
Il canale di Federico Buffa ti piace? “Sotto Natale solo buffet più che Buffa, ma è sicuramente il narratore più affascinante del mondo dello sport. È appassionante, divertente e piacevole starlo a sentire”.