Il futuro, per Daniele De Rossi, non è mai stato così incerto. L’ex capitano della Roma naviga in un mare di dubbi. Sembrava tutto fatto per il suo passaggio alla Fiorentina: un anno di contratto con un’opzione sul successivo, una squadra che gli ricordava quel Davide Astori con cui era particolarmente legato, una città, Firenze, a due ore da Roma, che gli avrebbe permesso di mantenere la stabilità della famiglia. Lo scenario viola, con Vincenzo Montella in panchina, sembrava la scelta perfetta per un giocatore che poche settimane fa aveva manifestato chiaramente la volontà di continuare a giocare: «Fossi stato un dirigente della Roma mi sarei rinnovato il contratto».
Ora, invece, non sa che strada prendere. Ieri mattina De Rossi ha messo una pietra sopra sull’opzione Fiorentina, comunicando alla società viola che non se ne sarebbe fatto più nulla, e le possibilità che decida di smettere con il calcio giocato crescono drasticamente ora dopo ora. Non sono bastati i recenti viaggi che lo hanno portato dall’altra parte del mondo tra Londra, Tokyo, Hawaii e Maldive, passando per Disneyland Paris con moglie e figli per chiarirsi le idee.
Daniele non ha ancora deciso. Rimane sul piatto la soluzione Los Angeles Fc, a partire da gennaio 2020, ma inizialmente l’ex numero 16 della Roma aveva scartato quest’opzione per non dover sradicare la famiglia e portarla dall’altra parte dell’oceano. Stesso discorso vale per il Boca, che accoglierebbe De Rossi a braccia spalancate con Nicolas Burdisso, direttore sportivo del club, che farebbe carte false per riabbracciare il suo ex compagno.
Rimangono aperti scenari interessanti nel panorama nazionale: nell’accezione più stretta del termine, De Rossi ha sul tavolo la proposta della Nazionale di entrare a far parte dello staff di Mancini. Daniele ha sempre dimostrato un particolare attaccamento alla maglia azzurra con cui ha vinto il Mondiale nel 2006. Per lui poi ci sarebbe una strada che lo riporterebbe a casa: le porte di Trigoria sono aperte, sia nel ruolo di dirigente, sia se De Rossi decidesse di iniziare ad allenare. In questo caso il suo addio alla società giallorossa e l’arrivederci con cui ha salutato i tifosi durerebbe poche settimane. Il ventaglio di opzioni è ancora amplissimo, manca solo la convinzione necessaria per fare una scelta.
Chi invece non ha avuto scelta è Federico Balzaretti. Idolo dei tifosi dopo il gol al derby che ne ha segnato la carriera, l’ex terzino e dirigente giallorosso chiude la sua avventura in giallorosso: «Ciao Roma – le parole dell’ex dirigente in una lettera pubblicata sul sito ufficiale della società romanista -, in questo momento ho il groppo in gola. Tra le emozioni contrastanti, ora prevale un sentimento di tristezza e commozione, perché finisce qui la mia avventura nel Club che ho amato e che amo follemente dal primo giorno in cui ho vestito la maglia giallorossa». Poi il passaggio che fa pensare a De Rossi e Totti:«Anche chi non è romano può rappresentare Roma: sono nato a Torino, ma mi sento roma-no e romanista nel profondo».
FONTE: Il Tempo – F. Schito