Un’ossessione chiamata Roma. Questa sera con il Qarabag De Rossi è pronto a riprendere per mano la squadra dopo lo schiaffo a Lapadula e conquistare gli ottavi di Champions. Passano gli anni ma il numero 16 non perde la voglia di combattere e di lottare per regalare un successo ai tifosi: la sfida dell’Olimpico è l’occasione per tornare tra le grandi d’Europa ma De Rossi culla anche il sogno di riportare lo scudetto nella Capitale. Un traguardo che il capitano sente ancora di poter raggiungere: «Dire che non smetto finché non vinco sarebbe da folli. Ho sempre spiegato che vorrei smettere prima di iniziare a non farcela più. Ora, però, sto bene e spero di conquistare lo scudetto il prima possibile. Se non vedessi la possibilità di vincerloforseme ne sarei già andato, invece non lo vedo impossibile». Ci è andato molto vicino negli anni del primo Spalletti e non ci è riuscito nemmeno nella seconda esperienza del toscano sulla panchina giallorossa. Adesso Daniele ci riprova con Di Francesco, pronto a sfidare il tecnico di Certaldo primo in classifica con l’Inter. De Rossi commenta così il passaggio di consegne tra i due tecnici: «Avevo ragione a dire che sarebbe stato complicato sostituire Spalletti, ma non ho detto che era impossibile. Ha fatto qualche casino l’anno scorso, c’era un clima particolare con Francesco (Totti, ndr) e ne abbiamo risentito un po’ tutti ma quando ho detto quelle cose ci tenevo a puntualizzare la bontà del suo lavoro. Quest’anno i risultati sono sotto gli occhi di tutti, mi sembra che i primi sei mesi di Di Francesco siano i migliori primi sei mesi in assoluto».
Ora che «Capitan futuro» è entrato nel presente, la fame di successo è più forte che mai. Anche in Champions dove la squadra è ad un passo dagli ottavi dopo aver collezionato qualche bella vittoria in Europa ma anche qualche batosta. Lo sguardo determinato di Daniele De Rossi parla per lui, nemmeno la suggestione del nuovo stadio sembra distrarlo: «Nel 2021 avrò 38 anni, mi sembra un po’ difficile arrivare a giocarci. Il futuro immediato è questa partita. Per la nostra dimensione europea sarebbe molto importante passare il turno». Dopo il brutto episodio di Marassi, il numero 16 è pronto a voltare pagina. Le difficoltà si superano anche grazie al sostegno dei tifosi e l’affetto dello spogliatoio: «Ho chiesto scusa, di più non posso fare. Lo striscione della Curva Sud mi ha fatto molto piacere, nei momenti critici la gente si è sempre schierata dalla mia parte. Sto pagando i miei errori, ma ho la sensazione che i miei compagni mi ritengano una persona seria su cui fare affidamento e che non volterebbe loro le spalle».