Immersa in un post derby sempre più diluito dai pensieri legati alla volata finale del campionato, la Roma sta per rinnovare il contratto di Daniele De Rossi. O quantomeno sta per offrirgli un altro anno con la maglia giallorossa. Sarà probabilmente la prima mossa significativa del club di Trigoria, che ha in scadenza allenatore, capitano e vice-capitano. All’incirca tra 100 giorni, i giallorossi avranno svincolati Spalletti, Totti e, appunto, De Rossi. Cento giorni per stabilire le priorità che, al momento, portano verso la firma di un annuale (più opzione per il secondo legata alle presenze?) per il centrocampista che, a quasi 34 anni, ha intenzione di giocare ancora qualche stagione. «Questo è un argomento che prima o poi dovrò affrontare con la società – le ultime dichiarazioni del ragazzo legate al contratto – ma non ci penso. La cosa certa è che voglio continuare ancora per un po’». Da capire come l’offerta di un solo anno, e non un biennale come lui si aspetterebbe, verrà presa dal numero 16, che si sente bene, fisicamente e come continuità di rendimento. Non ha fretta, quindi, De Rossi, quantomeno pubblicamente, anche se, per la verità, qualche settimana fa Daniele una battuta, seppur col sorriso sulle labbra, se l’è lasciata sfuggire: «Mi sa che a Trigoria si sono persi il mio numero». Frase riferita alla lentezza con la quale la dirigenza ha deciso di affrontare la situazione. La stessa lentezza che un anno fa innervosì Totti, adesso vicino al decidere di appendere gli scarpini al chiodo.
Tra dubbi legati all’accordo con la Roma e voglia di continuare di De Rossi, emerge lo strano momento vissuto da Dzeko. L’attaccante, col record già tagliato di trentatré gol stagionali, è nel pieno di un periodo d’oro. Ma non fino in fondo, visto le tantissime critiche ricevute dai tifosi perché non è riuscito a risultare decisivo nel doppio incontro con la Lazio. «Forse sto giocando la miglior stagione della mia carriera – le parole del centravanti a un portale bosniaco – la mia storia, d’altra parte, è fatta di sogni. Io ho sempre creduto in me stesso, per quello non me sono andato dopo la mia prima deludente stagione a Roma. Sono voluto restare con la speranza con la speranza di confermare le mie qualità, e ce l’ho fatta. Le critiche c’erano, ma erano giuste e mi hanno fortificato». Sul suo futuro, poi. «Non so cosa mi riserverà, aspetto quello che mi darà la vita». E la vita dovrebbe dargli una conferma in giallorosso, anche per la prossima stagione. Semmai il club dovrà trovare anche una prima punta che possa alternarsi e fare da riserva di lusso al numero nove, visto anche la forte probabilità che Totti smetta di giocare a giugno.