Capitan Europa suona la carica per condurre la nave in Porto e vendicare l’eliminazione di tre anni fa. Stasera contro i Dragoni, in un Olimpico da 50 mila spettatori, la Roma si gioca per la nona volta nella sua storia la possibilità di entrare tra le prime 8 di Champions. Si tratterebbe dell’ottava per De Rossi che ha esordito nella massima competizione il 31 ottobre 2001. Stasera il numero 16 giocherà la sua 62ª gara di Champions, la 97ª europea con la maglia giallorossa. Nessuno più di lui, quindi, poteva presentare il progetto d’ambizione di una Roma che punta a cambiare la stagione come accadde 10 mesi fa.
«Dovremo fare tesoro di quando accaduto lo scorso anno, ma senza pensarci troppo perché questo è un altro torneo. In certe gare l’esperienza è un valore aggiunto, ma anche il Porto è abituato a giocare partite così. Abbiamo avuto momenti negativi, ma non direi che siamo stati sull’orlo del baratro. Io mi ci sentivo quando eravamo quart’ultimi». De Rossi prova pure a riportare il sereno sul fronte Kolarov: «Sarei felicissimo se si dovesse ricomporre questa piccola frattura fra lui e parte della tifoseria. Mi trovo un po’ nel mezzo: voglio bene ai tifosi e Alex è come un fratello. Dico ai romanisti di fidarsi di me: Kolarov è un professionista serio che tiene alla Roma e io lo preferisco a chi bacia la maglia e poi si ferma al primo doloretto o si rifiuta di giocare in un altro ruolo. Ma il tifoso va rispettato quando c’è sofferenza».
Parole da vero capitano, se non da (futuro) allenatore: «Se starò bene fisicamente voglio continuare a giocare. Non ho mai pensato di smettere quest’anno – garantisce – anche se tutto dipenderà dal ginocchio. Alla mia età non avrei sopportato un’operazione alla cartilagine. Negli ultimi tre anni mi sono sentito importante come non mai. Sento un calore diverso da parte dei tifosi, accadde anche a Totti». Non sbaglia un passaggio De Rossi, al suo fianco annuisce Di Francesco («Bravo tenere la barra dritta e a credere nel suo calcio», ha detto Ddr) che stavolta non concede indicazioni sulla formazione: «Manolas ci sarà, Olsen è ancora in dubbio. Abbiamo l’occasione per riportare entusiasmo. Il Porto è una squadra compatta tosta, sa quello che vuole, è una di quelle che ha vinto più duelli difensivi, dal punto di vista fisico sarà una gara dispendiosa». La brutta notizia arriva da Schick: lesione ai flessori della coscia sinistra. L’obiettivo è tornare nel derby del 2 marzo. Si tratta del 30° infortunio muscolare.