Il primo gol stagionale di De Rossi serve solo ad accarezzare il sogno qualificazione. La rabbia arriva dopo. Tanta. Eppure Daniele da capitano navigato, nel momento più difficile, si era caricato tutti sulle spalle. Freddo nel calciare il rigore del pareggio. Un digiuno da gol lungo il suo, l’ultimo lo aveva segnato lo scorso 10 aprile, sempre in Champions, nel match contro il Barcellona. Momenti opposti. Dura stavolta reggere l’urto e il peso di questa eliminazione. Se poi c’è anche un polpaccio a tradirti allora vuol dire che non è proprio serata. Dura meno di un tempo. «Penso di essermi stirato» ammetterà alla fine. Gli anni pesano e giocare due gare come derby e ritorno degli ottavi di Champions, in appena quattro giorni, non è facile. Non è facile perché l’eliminazione di ieri brucia. E parecchio. Quell’episodio da rigore su Schick grida vendetta. C’è solo la sua voce a cui aggrapparsi.
Non parlano dirigenti. Non parla l’allenatore che viene visto sul pullman da solo (sarà multato dalla Uefa). Il momento è delicato. De Rossi non parla in modo affrettato. Gli anni della vena sul collo hanno lasciato spazio ad un temperamento diverso. Un temperamento da Capitano. «Rimango della mia opinione. Siamo arrivati a 1′ dai rigori che ci avrebbero permesso di superare gli ottavi di Champions per il secondo anno consecutivo. Non so che succederà ma nessuno toglierà al mister ciò che ha fatto l’anno scorso e che ha fatto quest’anno. Purtroppo c’è sempre stata la poca continuità in campionato». Poi si parla della Var e degli episodi decisivi. In un primo momento preferisce non commentare. Li riguarda e solo allora ammette: «È rigore e non va bene. Siamo usciti dalla Champions l’anno scorso dicendo che se ci fosse stato il Var saremmo andati in finale. In futuro la VAR sarà utile e perfetta. Questo è un errore umano, non della macchina. È un peccato, perché sarebbe stato epico passare con il 2-2».
IN DIFESA – Gli occhi tradiscono quello che dice il cuore: «Non meritavamo di uscire così. Va accettato per quello che è, sicuramente la modalità è terribile da accettare. Siamo una squadra particolare, viviamo di alti e bassi, sicuramente non abbiamo fatto una partita perfetta ma ho visto un gruppo di giocatori e uomini seri, che ci tenevano tanto. Sarebbe stata dura anche perdere ai rigori, magari sarebbe stata meglio invece di un rigore al 115′. All’andata meritavamo di vincere». Attacca e difende. E così diventa lo scudo di uno spogliatoio divenuto bersagli di critiche feroci: «Sono fierissimo di questo gruppo. A volte ci siamo addormentati, stavolta abbiamo mantenuto la tensione alta, loro sono forti».
RIPARTENZA – De Rossi prova a trasformare la rabbia e la delusione in nuova linfa per ripartire in campionato. C’è un quarto posto ancora da conquistare: «Deve essere una spinta perché la nostra stagione non finisce qui. Si spegne un sogno in modo doloroso ma abbiamo tante partite».