Che Dzeko non ami calciare i rigori è noto, ma nel pallone ceduto dal bosniaco a Defrel c’è molto di più. Lo ha spiegato Di Francesco al fischio finale, ma non è che ci fosse poi bisogno di chissà quali parole: la Roma voleva che il francese si sbloccasse. Era l’unico attaccante a quota zero (Schick aveva segnato in Coppa Italia), contro il Benevento si è scrollato di dosso il peso. Il gol è arrivato e ha chiuso la prima partita che la Roma è riuscita a vincere partendo da una situazione di svantaggio. Adesso che sia lui sia Schick sono abili e arruolati, Dzeko potrà tirare il fiato qualche volta e magari Defrel potrà pure giocare nel ruolo che più gli piace, punta centrale: «Quando ho toccato il pallone – ammette però il francese – un po’ di paura l’ho avuta. Però è andata bene, anche grazie ai miei compagni che mi hanno lasciato battere il rigore. Io l’avevo chiesto un po’ a tutti».
SACRIFICIO – Ride, Defrel, e si vede che per lui la vittoria contro l’ultima in classifica ha un sapore speciale. Sorride pure quando gli ricordano che, infortuni a parte, in questa stagione si è spesso dovuto sacrificare sulla fascia: «Mi piace correre e dare una mano. Davanti devo essere più pericoloso, lavorare di più e il gol arriverà da solo. Con Di Francesco, al Sassuolo, ho fatto due anni da attaccante centrale, ma io mi sento anche seconda punta. L’importante però è giocare, dove vuole l’allenatore». La stessa semplicità Defrel la mette in mostra quando ammette «che la Lazio sta facendo bene, ma noi vogliamo arrivare davanti a loro e all’Inter». La squadra di Inzaghi è già alle spalle, quella di Spalletti dista un punto, la lotta per il quarto posto apertissima, con un Defrel in più. «Io lavoro per ritrovare la condizione di prima. Questa serata mi aiuterà dal punto di vista mentale». Visto il rendimento di Ünder dopo il primo gol al Verona, Di Francesco spera che la storia si ripeta.