Due mesi (e un po’) dopo, dunque il mondo si è capovolto più per la Fiorentina che per la Roma: ieri sera perlomeno non inerme come nella notte di quel 7-1 in Coppa Italia di fine gennaio – anche se è evidente che certe ferite non sono ancora cicatrizzate – o sbandata come da poco contro la Spal e il Napoli (non ci voleva molto). Doverosamente reattiva nel momento della difficoltà. Diciamo viva, soprattutto nella ripresa: cioè tardi, che è un po’ l’avverbio di questa sua stagione.
La Viola invece ha reso ancora più frustrante, diciamo nostalgico, il ricordo di come aveva saputo essere quella notte, e non è più: bellina ma non più bella, poco cattiva e molto ingenua, soprattutto nello scoprire il fianco alla Roma. Per due volte, proprio dopo averla ferita. Ancora una volta senza il colpo di grazia, dunque ancora ricaduta nel virus influenzale di questa stagione, la pareggite: 15 su 30 partite, uno su due. Ondivaga in tutto tranne che nella tendenza al mezzo passo falso: non vince dal 17 febbraio, un motivo ci sarà.