Con Da Costa e Totti è l’uomo-derby e i 9 gol alla Lazio gli riserveranno sempre un posto nel cuore giallorosso. Nonostante uno scudetto, una Supercoppa e una finale europea con l’Italia, per i romanisti resterà sempre l’uomo della finta a Nesta e l’incubo dei laziali: “A volte me lo dicono anche ragazzini che non erano neanche nati quando giocavo, ma hanno sentito i racconti dei genitori“, racconta Marco Delvecchio. Questo uno stralcio della sua intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.
E la stupirebbe la vittoria della Lazio domenica? “Sono troppo banale se dico che nel calcio può succedere di tutto? Diciamo che spero che la Roma vinca. È più forte….”
E poi?“E poi credo che la squadra ci arrivi in ottime condizioni. La vittoria di Pescara è stata importante, io la Roma l’ho vista bene, giocare una sola volta a settimana la aiuta.”
L’arrivo di Monchi può portare entusiasmo? “Una volta ci si entusiasmava per i top player, però credo che sia un dirigente che possa fare al caso della Roma, preparato ed esperto. Anche perché è uno che ha vinto e tutti ci aspettiamo presto vittorie.”
Capitolo Spalletti. “Solo lui e la società sanno come stanno le cose. L’importante è che siano sulla stessa lunghezza d’onda e che si lavori insieme per costruire una squadra vincente.”
Capitolo Dzeko. “Un attaccante che si incavola perché viene sostituito mentre vuole fare gol non mi pare una novità. Legittimo che Spalletti lo abbia tolto, legittimo che lui si sia un po’ incazz… Storie che esistono da sempre.”
Il ricordo più bello nei derby? “La famosa finta ha un sapore speciale, lo sapete tutti. Sui gol non saprei scegliere, ognuno ha un valore incredibile. Anche se quello del ‘98… Sarebbe stato il decimo. Pareggiammo 3-3 dopo essere andati sotto 3-1 e all’ultimo mi fu annullata la rete decisiva. Sarebbe stata una vittoria clamorosa, unica.”