Il derby dell’ora di pranzo. Come a Milano, certo, dove i proprietari cinesi contano di esportare l’attenzione su Milan e Inter nel loro Paese. Eppure con modalità molto diverse, se è vero che la Lega ha comunicato la decisione dell’anticipo (sarà alle 12.30) giusto dopo la fine del tavolo tecnico che ieri pomeriggio in Questura, alla presenza dei rappresentanti di Lazio e Roma, aveva ribadito la linea dura da parte delle istituzioni contro i comportamenti indisciplinati da stadio. La visibilità mondiale del prodotto calcio in questo caso non c’entra. O almeno, c’entra marginalmente: diciamo che è un motivo in più per oliare una scelta filosofica.
PRIMA VOLTA – E così dopo un solo derby romano senza barriere, che aveva accantonato le proteste popolari e riproposto lo spettacolo delle curve piene, arriva uno spostamento d’orario a far discutere i tifosi. Vista l’importanza della partita, che vale per la quindicesima di ritorno e verrà giocata domenica 30 aprile, sarebbe stato scontato il posticipo, che avrebbe anche confermato l’esperimento virtuoso (almeno sotto il profilo della partecipazione del pubblico) della notturna. Invece no, si torna indietro. Il calcio d’inizio sarà di mattina, per la prima volta nella storia di un Roma-Lazio.
MALEDUCAZIONE – L’aggiustamento spinge a riflettere. La normalità, conquistata faticosamente per il terzo derby della stagione in una tesissima semifinale di Coppa Italia, può essere cancellata dall’inciviltà di un singolo che fa la pipì in Curva Sud o dai Daspo notificati a quelle poche decine di tifosi che si sono permessi di radunarsi in un corteo («non autorizzato») davanti al Ponte della Musica? In fondo nella prima partita con gli ultrà al gran completo, tanto in Curva Sud quanto in Curva Nord, non è successo niente di così grave da giustificare un giro di vite, eppure la linea emersa in Questura è chiara: tolleranza zero. Ogni opinione è lecita naturalmente anche se l’immagine della città e dello Stato non escono rafforzate da un dietrofront così evidente.
PARALLELO – No, il senso di uniformità con Milano e con il derby prepasquale è una ratio secondaria. Altrimenti anche Juventus-Torino, programmata per il 6 maggio, sarebbe stata anticipata alle 12.30. E’, piuttosto, determinante la volontà di riportare le due squadre romane a giocare di giorno per garantire un maggiore controllo sulle devianze criminali. A quel punto sì, la Lega ha preferito le 12.30 che storicamente garantiscono una buona fruizione internazionale delle partite e un riscontro positivo al botteghino. Il danno è evidente non solo per la gente, che all’ora di pranzo del 30 aprile magari sarebbe andata più volentieri a Ostia o a Fregene per mangiare un piatto di spaghetti alle vongole. Ma anche per i calciatori che rischiano di giocare a temperature molto alte, con danno per se stessi e per lo spettacolo, in una domenica fondamentale per le rispettive ambizioni di classifica.
ALTRO – La Roma giocherà altre due volte alle 20.45. Sia il 7 maggio a San Siro contro il Milan, sia la settimana dopo all’Olimpico nello scontro più atteso con la Juventus. Per evitare polemiche tanto valeva fare tre su tre, con i cinesi svegli per assistere al posticipo più succoso in piena notte come sempre.