Di Francesco gioca sporco. Le regole del (bel) calcio le sa a memoria, ma a Torino vuole vedere una Roma stile Bergamo, perché si aspetta di soffrire su un campo difficile dove i giallorossi non vincono dall’aprile 2013: «Mi aspetto una gara complicatissima, troveremo – pronostica il tecnico – una squadra che vuole farci male a casa sua. Hanno 13 punti, non sono così distanti da noi. Veniamo da una trasferta in cui abbiamo pareggiato con la sensazione di aver perso 2 punti e in più siamo tornati tardino». Con una scia di esaltazione al seguito che potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio: «Non devo convincere i giocatori che sarà dura: la forza dello spogliatoio sta nel capire che ogni partita è difficile e questa in particolare lo è psicologicamente, dal punto di vista della preparazione. Dovremo essere sporchi all’inizio e bravi a rimanere in gara. In questo ambiente non sono contenti quando si vince così, invece ogni tanto fa bene perché dà morale e forza, e dobbiamo farlo a partire da Torino».
La Roma azzardata e convincente vista contro il Chelsea sembra aver annullato le distanze nella classifica italiana, perché tutti, da Allegri a Mihajlovic, hanno capito il potenziale dei giallorossi,ma Di Francesco preferisce nascondersi: «Io non voglio lottare per niente, voglio continuare a giocare e mettere in campo questa mentalità. Tre giorni fa non eravamo buoni a nulla e oggi dobbiamo lottare per lo scudetto. Nella vita ci vuole equilibrio, devo cercare di mantenerlo. Non significa arrendersi, ma lavorare sotto traccia e cercare di andare a dar fastidio a tutti. Per fare ciò bisogna iniziare a prendere i tre punti a Torino: è l’obiettivo primario. Il resto sono chiacchiere che lasciano il tempo che trovano». Si riparte dai fatti, nella sessione video svolta ieri a Trigoria l’allenatore abruzzese ha mostrato ai suoi il secondo tempo con il Napoli «per fargli capire l’importanza che ha questa squadra quando ha il desiderio e la voglia di aggredire. Questo è segno di forza, ma non deve darci presunzione, deve farci capire che lavorando assieme si possono ottenere soddisfazioni». E magari eguagliare il record storico di vittorie esterne consecutive in Serie A: la Roma è a quota 10, allungando la serie pareggerebbe il primato dell’Inter versione 2006-07.
Numeri a parte, c’è una continuità di rendimento da trovare: «Vanno migliorati alcuni automatismi e meccanismi difensivi.La differenza tra Napoli e Chelsea è stata nell’approccio. Il secondo tempo con gli azzurri e i 90’ di Londra devono essere un punto di partenza per proseguire, sapendo che troveremo partite differenti». Serviranno giocatori diversi per adattarsi al match di giornata e Di Francesco ha una rosa ampia da cui pescare: «Gonalons e De Rossi sono due titolari, in Champions ho fatto giocare il primo perché l’avevo visto benissimo dopo Qarabag. A proposito: il pari dell’Atletico Madrid ha dato forza al nostro risultato». Sui presunti «buh» di Londra il tecnico non si sbilancia e la Roma aspetta la decisione dell’Uefa che si esprimerà il 16 novembre, eventualmente poi potrà richiedere un preannuncio di reclamo e visionare i documenti per impostare una strategia di difesa: «Io non ho sentito niente, e ci faccio caso a certe cose perché mi danno fastidio: è stato un fulmine a ciel sereno. Rudiger è stato negli spogliatoi con noi a scherzare. Se diamo tutto i tifosi ci applaudono anche se perdiamo, a Stamford Bridge li abbiamo trascinati». Dzeko in primis: «Per come si muove e calcia mi ricorda Van Basten, con le dovute proporzioni.Mi auguro che possa diventare vincente come lui, lo dico per me e per la Roma».