Il meglio e il peggio in 90 minuti, roba da psicanalisi. Di Francesco prova a districarsi negli alti e bassi della sua squadra, gli viene difficile dare una spiegazione all’incredibile partita con l’Atalanta e quasi senza voce, per quanto ha urlato nel finale, confessa i limiti della Roma: «Non è la prima volta che ci accade, è assurdo vedere una squadra nel primo tempo e nel secondo un’altra: è una questione di caratteristiche mentali. Il vantaggio di 3-0 non puoi buttarlo via così e alla fine ci è andata anche bene col pareggio. Non siamo guariti totalmente e questa è la dimostrazione, oppure abbiamo deficienze tali che non ci permettono di avere continuità. Dal punto di vista mentale non finisce il nostro lavoro».
Il tecnico deve curare la testa dei suoi giocatori, ma anche nella sua c’è un gran caos adesso: «Datemi voi la spiegazione perché io non ci riesco più. Come si fa ad immaginare una ripresa del genere dopo quel primo tempo? Questo fa riflettere. La squadra era spumeggiante, viva, poi tutto il contrario. C’è rammarico, devo sperare che in futuro il volto principale sia quello dei primi 45 minuti. Ora dobbiamo essere bravi a ripulirci subito».
Quando ha cominciato ad imbarcare acqua, Di Francesco ha provato a tappare i buchi ritoccando l’undici, ma Kluivert non ha fatto altro che farlo arrabbiare di più («Me lo mangio negli spogliatoi», lo sfogo da bordocampo rivelato da Sky) e né Florenzi né Fazio sono riusciti a limitare i bergamaschi: «Gestire il risultato non vuol dire mettersi sotto la traversa. Ho dovuto cambiare per rafforzare la linea difensiva, arrivavano con troppa facilità alla nostra sinistra, creando i 2 contro 1. Mi fa impazzire e divento matto perché non riusciamo ad avere continuità nella partita. Ho la sensazione che alla prima difficoltà non troviamo più le cose buone fatte, col Torino avevamo fatto un po’ la stessa cosa. Non possiamo essere una squadra di livello se non cambiamo questo aspetto. Non parliamo di cambi, se la squadra è quella giusta nel primo tempo o se metti un difensore in più il gol lo prendi uguale. Se mando in campo uno come Kluivert mi aspetto non solo che difenda, ma che quando ha la palla vada a fare male. Ma non dipende solo dagli attaccanti il fatto di non aver chiuso la partita».
Dzeko il suo l’aveva fatto, ritrovando il gol perduto (non segnava dallo scorso 6 ottobre) e acquisendo quella fiducia tanto cercata che non a caso l’ha portato a fare doppietta, ma poi si è dissolto assieme ai compagni: «Sicuramente è successa una cosa incredibile e dobbiamo pensare di più a cosa abbiamo o non abbiamo fatto perché non siamo riusciti a fare due passaggi nel seconda tempo, e così è difficile arrivare in porta. Inspiegabile prendere gol 40 secondi dopo un rigore fallito che, piuttosto, dovrebbe darti forza. Con tutto il rispetto perl’’Atalanta, dopo un primo tempo del genere non potevamo non vincere questa partita. Sono più i demeriti della Roma, abbiamo perso 2 punti importanti: ci manca il salta di qualità. Speriamo che gli ultimi 4 mesi siano meglio dei primi 6. Io do tutto per raggiungere l’obiettivo, che è il 4° posto».
Il bosniaco, capitano a Bergamo, indica la strada per ripartire, già dalla Coppa Italia: «Andiamo a Firenze a testa alta, guardiamo avanti. Con la Fiorentina non sarà facile, ma tutti dobbiamo dare tutto. Per me non difettiamo in personalità, ci serve solo più coraggio».