Un avvio peggiore di quanto già dicano da soli i risultati. Non si immaginava certo una salita del genere Di Francesco, che arriva alla sosta con una sconfitta sanguinosa e tre partite, nel complesso, giocate male. Cinque gol subiti come i punti di ritardo da Juve e Napoli se vinceranno le rispettive gare tra oggi e domani, tre moduli provati senza cavarne mezza certezza, una serie di protagonisti nuovi e vecchi fuori condizione, un gioco che non esiste e una piazza che passerà quindici giorni a gettare benzina sul fuoco.
«La cosa che si evince da queste gare – analizza l’allenatore giallorosso – è che non diamo più la sensazione di solidità dell’anno scorso. Abbiamo preso tanti gol, eravamo la seconda miglior difesa del campionato, ora concediamo troppi tiri agli avversari. All’inizio ho messo la difesa a tre per dare più certezze alla squadra, ma stavolta non ha funzionato e quindi ho sbagliato. Nel primo tempo loro hanno fatto molto più di noi, nel finale potevamo anche vincerla, ora il risultato condiziona tutti i giudizi». Le statistiche parlano chiaro: ventisei tiri a sei in favore dei rossoneri. «Non è solo una questione tattica ma mentale. Manchiamo in determinazione prosegue Di Francesco e mi sto chiedendo insieme ai miei collaboratori è se ci sia anche un problema fisico perché partiamo sempre piano e cresciamo nel secondo tempo».
Già si vedono chiari segnali di nervosismo di Dzeko che ha sbottato dopo l’1-0 contro Fazio e Manolas, mentre nella ripresa se l’è presa con El Shaarawy e l’allenatore. «Non ce l’aveva con me ma si stava lamentando con il suo compagno spiega Eusebio io gli ho solo detto di pensare a giocare». Sul valore della rosa rivoluzionata da Monchi ancora non si esprime. «Non do giudizi affettati, dico solo che ci dobbiamo svegliare in fretta. Siamo all’inizio, tutto è recuperabile e io devo intervenire per ritrovare certi equilibri». Sarà una sosta lunghissima