La beffa finale, firmata Adrian Lopez, non gli toglie il sorriso. Sì, ok ad Oporto sarà una battaglia, ma la prova offerta dalla Roma basta a Di Francesco per ritenersi soddisfatto: «È chiaro che il risultato finale ci sta stretto, però a fine gara ho fatto i complimenti ai ragazzi. In campo ho visto una squadra che sapeva quello che voleva, che ha saputo colpire nel momento giusto, che ha creato tante situazioni concedendo poco. Peccato per il gol preso. Non può essere considerato neanche un nostro errore… Forse siamo scappati troppo nel lancio. Alla fine ci stavano i due gol di vantaggio, ma mi tengo la prestazione di alto livello. Al ritorno non giocheremo per gestire il risultato ma per fare gol».
IL PASSATO – Una gara del genere, rende ancora più incomprensibile quanto visto in Coppa Italia contro la Fiorentina: «Sì, è vero, c’è poco da dire ma non si può tornare indietro. Tante volte i fallimenti fanno parte di un percorso di crescita, dal quale si matura. Ora dobbiamo essere bravi con queste prestazioni a riportare tutti dalla nostra parte». Inevitabile chiedergli di Zaniolo: «Credo che questo ragazzo debba esser lasciato crescere e allo stesso tempo deve vivere con l’equilibrio con il quale sta affrontando questo momento. Dopo il primo gol gli ho detto di continuare a giocare con la testa, l’entusiasmo avrebbe potuto farlo uscire dalla partita. Invece è stato molto bravo e ha fatto anche il raddoppio. L’ho schierato in un ruolo dove ha giocato poche volte e l’ha fatto bene. Abbiamo un giocatore forte e lo sapevamo, teniamocelo stretto».
Si accoda ai complimenti al ragazzo di Massa (calciatore italiano più giovane a segnare una doppietta nel nuovo format della Champions) anche De Rossi: «È un altro piccolo record. Ha uno strapotere fisico che abbina alla tecnica, non scopro nulla dicendo che diventerà un campione». Sulla gara: «Mi hanno marcato quasi a uomo per tutti e novanta i minuti. C’è rammarico per il gol subito perché a differenza di quanto abbiamo fatto vedere negli ultimi mesi abbiamo giocato compatti, uniti e attentissimi». Ora il ritorno: «Nessuno più di noi sa che il 2-1 è un risultato che non ti fa stare tranquillo. Ma è comunque un buon risultato. Abbiamo il 51 per cento delle possibilità di farcela».