Se era chiaro a tutti che le sfide con la Lazio e il Porto avrebbero detto molto sulla stagione della Roma, una mezza risposta è già arrivata ed è stata la peggiore possibile. E pensare che uno 0-3 come quello subito nel derby lasci tutto inalterato sarebbe da ingenui. La botta c’è stata ed è stata pesante. Ma per il momento a prevalere a Trigoria è il buon senso e il calendario obbliga tutti a dare la massima priorità all’imminente sfida di Champions League, per il ritorno degli ottavi di finale con il Porto, che peraltro ha appena perso la testa della classifica del campionato portoghese dopo la sconfitta di sabato col Benfica e dunque non vive certo il momento più felice della stagione.
Quel che è certo è che il risultato del do Dragao sarà decisivo per il futuro di Di Francesco: a giocarsi le residue chances di qualificazione è giusto che sia lui, che fino a qui c’è arrivato e che lo scorso anno ha raggiunto proprio in Champions il più importante risultato tecnico dai tempi dello scudetto (con quel che ha significato per la società in termini finanziari, sia per gli incassi diretti sia per i ricaschi commerciali), ma se l’avventura europea dovesse finire mercoledì notte, al 99% il tecnico verrebbe congedato, con un esborso economico peraltro non indifferente per la Roma, impegnata con lui fino al 2020 per un residuo che al lordo sfiora, tutto compreso, gli otto milioni di euro.
Il dopo Difra Anche Monchi, insomma, si sarebbe convinto. Chi prendere eventualmente al posto dell’attuale tecnico è al momento una domanda senza risposta, anche se qualche intermediario si è già messo al lavoro. Più di una voce si è concentrata ieri su Christian Panucci, impegnato al momento con la nazionale albanese, ma pronto a liberarsi in caso di offerta giallorossa. Lui, come qualsiasi altro allenatore/traghettatore, accetterebbe anche solo di firmare un contratto di quattro mesi, ma con l’opzione di rinnovo automatico almeno di un altro anno in caso di raggiungimento dell’obiettivo del quarto posto. E questa al momento è una condizione che la società non è disposta a riconoscere.
Né ci sono all’orizzonte le candidature giuste per un progetto pluriennale. Le scelte a marzo sono decisamente più limitate rispetto a quelle di giugno. Tanto per fare un nome non a caso, a giugno potrebbero verificarsi le condizioni per poter chiedere una disponibilità anche a Maurizio Sarri, oggi impegnatissimo nella rincorsa alla Champions del suo Chelsea. Il panorama ad oggi dei tecnici disponibili non riscontra il favore di nessuno a Trigoria o per inaccessibilità economica o per scarso appeal: si va da Paulo Sousa a Lopetegui, da Ranieri a Guidolin, da Zidane a Conte, da Mourinho a Wenger, da Blanc a Montella, che peraltro ha appena rifiutato una proposta di 1,3 milioni di euro per allenare la Nazionale iraniana.
Le riunioni (…)
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