Segnali di vita allo Stadium. Di Francesco ritrova almeno in parte la sua Roma, capace di rispondere alla Juventus in termini di prestazione, anche se il risultato non conforta. Non era questa la partita che avrebbe potuto determinare il futuro del tecnico ma la squadra ha risposto presente, almeno dal punto di vista caratteriale. Nel primo tempo i giallorossi hanno provato a contenere le sfuriate juventine con l’unica pecca del gol di Mandzukic arrivato con la complicità di un errore individuale, per poi provare nella ripresa a mettere le cose sulla giusta carreggiata.
«Abbiamo giocato – le parole del mister – il secondo tempo con meno paura mettendo un po’ alle corde la Juve senza però creare occasioni pericolose. Si dice che loro prendono sempre la porta, soprattutto con Cristiano Ronaldo: la differenza sta anche qua. Quando crei devi essere concreto, comelo sono loro». Come spesso accade, la Roma si è persa negli ultimi 20 metri, incapace di trasformare il lavoro fatto fino a quel momento in qualcosa di concreto. «Quando giochi a certi livelli la differenza la fanno spesso gli uno contro uno e noi ne abbiamo vinti veramente pochi. Il nostro difetto di quest’anno non è quello di creare ma piuttosto nella fase difensiva, dove non abbiamo trovato gli equilibri giusti e la capacità di difendere tutti insieme».
Eppure il bilancio del tecnico è positivo anche se aver preso gol in quella maniera non gli va proprio giù: «Avevamo fatto benino nel primo tempo, togliendo gli appoggi alla Juve che riparte molto dal basso, è normale che poi quando saltavano l’uomo abbiamo rischiato. È andata molto meglio più avanti come desiderio di riprendere la partita, atteggiamento e personalità, all’inizio eravamo un po’ timorosi e abbiamo commesso delle ingenuità come in occasione del gol, quando abbiamo perso una palla facile. In settimana avevo messo dei circoletti rossi su Mandzukic per far vedere tuttii gol che aveva fatto… ».
Con un destino ancora incerto, Di Francesco torna nella capitale con delle risposte parzialmente positive che, per farlo rimanere saldo sulla panchina giallorossa, si dovranno trasformare in vittoria contro il Sassuolo all’Olimpico il giorno di Santo Stefano e a Parma tre giorni dopo. «Natale in bilico? Io vivo sempre sotto pressione, è normale che nel calcio quando vengono meno i risultati il primo a pagare è sempre l’allenatore». Convince sempre meno il rendimento mostrato da Patrick Schick. Pur svincolato dagli alibi delle poche presenze, complice l’infortunio di Dzeko che gli ha spalancato le porte dell’attacco romanista, il ceco non è riuscito a dimostrare il proprio valore: «Non ci possiamo soffermare solo su Schick, ci aspettavamo qualche gol in più ma dal mio punto di vista ha delle qualità importanti. Quello che mi interessa è arrivare al 29 dicembre con più punti possibile, poi faremo le nostre valutazioni».